Alessandro De Angelis per HuffPost

Sergio Mattarella vola alto,
al di sopra delle trappole

Traduzione, concisa e immediata, dell’alato discorso alle Alte cariche, tradizionale appuntamento pre-natalizio di auguri ai vertici dello Stato: Sergio Mattarella ha voltato al di sopra di tutte le trappole tese, con una certa scientifica meticolosità, da destra e da sinistra. Chi, come Ignazio La Russa, dice che ha troppo potere - anzi peggio: che ha esondato rispetto ai poteri perimetrati dalla Costituzione - rendendolo un bersaglio; chi, come il Pd, lo ha già reso una bandiera della pugna contro la riforma personalizzando, con l’utilizzo del suo nome, la difesa dell'istituzione, ed è evidente l’intento di sfruttarne, a proprio vantaggio, popolarità e consenso. Continua su Huffington Post

Draghi buono, Draghi cattivo. Vieni a cambiare la Meloni

Contrordine: “Non era un attacco a Draghi”, dice Giorgia Meloni nella sua replica a palazzo Madama. Per poi arrampicarsi sullo scatto incriminato come su uno specchio con le mani bagnate, perché “ho sempre apprezzato la sua fermezza sull’Ucraina, ma non si riduce a una foto”. E allora se ne deduce che altri erano i leader in posa, peccato che non se ne trovino tanti su un treno per Kiev con Olaf Scholz e Emmanuel Macron. Insomma, ci siamo capiti. Se la politica fosse quella di una volta, fatta di parole pesate (e mai causali), di smentite artate, di retropensieri tattici, si potrebbe discettare a lungo di questa intemerata su Mario Draghi da parte di Giorgia Meloni e della sua successiva correzione. I retroscenisti sarebbero applicati a decrittare il “segnale”, il..

La scossa emozionale di Crosetto
il complotto dei giudici è rinviato

Ecco, è perfetto: le due notizie di giornata sono apparentemente diverse e non legate da nessun filo. Una racconta dell’ennesima tenzone alla Camera, dove Guido Crosetto ha provato a mettere una toppa sulla sua bombastica intervista contro i giudici. L’altra racconta dell’ultimo documentato rapporto Censis, che fotografa un paese di “sonnambuli”, magistralmente analizzato qui da Fabio Martini. Da un lato la cosiddetta “guerra”, “guerriglia”, “complotto”, “complottino” sulle toghe, dopo una settimana di bulimia sul tema, dall’altro un paese in declino, invecchiato, senza aspirazioni. La verità è che il nesso c’è, eccome. Nel senso che il film proiettato nella sonnacchiosa aula del Parlamento è la rappresentazione icastica del paese di sonnambuli, la cui ordinarietà è un dormiveglia. Sonnacchioso e poco vigile nella dimensione di un eterno presente vive di “scosse emozionali”..

Mattarella su Kiev è molto più
maturo della Nato e dell’Europa

Ci voleva Sergio Mattarella a ricordare, nel corso del vertice di Arrajolos a Porto, i fondamentali di questa storia: il dramma di un popolo, la vera posta in gioco del conflitto in Ucraina e i doveri delle classi dirigenti occidentali. Sono parole forti, quelle del capo dello Stato sulle “vite stroncate, la distruzione, le risorse bruciate in armamenti” e sul il rischio che, senza il doveroso sostegno a Kiev, la guerra avrebbe avuto (e avrebbe) esiti imprevedibili. Non dissimili dal quelli del Secondo conflitto mondiale scatenato, anch’esso, dall’aggressione a un popolo sovrano nel cuore dell’Europa. Continua su Huffington Post

Meloni, il vocabolario della crisi
Catalogo di parole da non dire

Avviso a naviganti, lettori, curiosi, addetti e non addetti ai lavori. Ci sono delle parole, in politica, che misurano il cambio del clima, in peggio, eternamente uguali a sé stesse, da Mariano Rumor a Giovanni Donzelli, dal barocchismo della Prima Repubblica alla confusione della Seconda o Terza (fate voi), dai partiti ai non partiti. Nemmeno il governo Meloni si sottrae all’implacabile termometro. Rimpasto. L’ha pronunciata il capogruppo della Lega Riccardo Molinari. Un classicone. Quando si facevano bene, servivano a puntellare i governi, tenendo conto degli equilibri dei partiti e delle correnti, del Nord e del Sud, delle ambizioni individuali e del contesto internazionale. E venivano decisi dall’“alto”. Specialità della casa della Balena Bianca: li faceva senza neanche troppe interviste. Quando invece li chiede un alleato riottoso, sono guai. Caso di..

Forca & Papeete. Elenco delle ultime scempiaggini di Salvini

Rieccolo, è tornato, sfolgorante esempio di una politica populista, incapace di cambiare passo e schema, altro che mossa del cavallo, trionfo della testardaggine dei muli. La suggestione di un’Opa sul cosiddetto centro è durata il tempo delle esequie del Cavaliere e di un consiglio federale primaverile archiviato nell’estate di Vannacci e della liaison con Marine Le Pen. E ci risiamo: castrazione chimica, evergreen da dieci anni, galera per i minorenni perché i quattordicenni non sono più quelli di una volta (ma non erano bamboccioni?), divieto di utilizzo dei cellulari per i minori condannati, insomma reprimere, reprimere, reprimere. E poco importa che alla fine il bicchiere è mezzo vuoto: niente imputabilità per i dodicenni, ma più pene che riguardano i quattordicenni, mentre dei cellulari neanche a parlarne. L’importante, in perfetto stile..

Nessun ministro in Sicilia, erano
tutti al Senato per la Santanché

La Sicilia (e mezzo Sud) è flagellata dal fuoco, Milano e (mezzo Nord) è flagellato dall’acqua, mentre mezzo governo a palazzo Madama è schierato in Aula sul nulla, perché tutti sanno che è tutto finto, che le sfiducie individuali non portano a niente, se non vantaggi e svantaggi di una recita a favor di camera. E se c’è un filo che spiega questo icastico rovesciamento della realtà è proprio l’assenza di uno straccio di spirito pubblico che esigerebbe, naturaliter, la non presenza di Daniela Santanchè in quel ruolo, a prescindere dall’annunciato rinvio a giudizio e la presenza altrove degli altri protagonisti della recita: quel campione di Matteo Salvini, che dopo duecento dichiarazioni sul Ponte, con Palermo avvolta da una nuvola di diossina, una polemica con Don Ciotti, l’auspicio che si..

Piddini su Marte. Va tutto a rotoli? Fondiamo due correnti

Con quaranta gradi all’ombra e il casino che c’è alla luce del sole, il principale partito della sinistra italiana – si diceva così, una volta – assurge all’onore delle cronache – udite, udite - perché a Cesena una sua parte è riunita per fondare una corrente, l’ennesima. E in verità neanche la fonda perché Stefano Bonaccini è più collaborativo con Elly Schlein (ci sono le Europee) rispetto ad altri. E a Roma, invece, un’altra parte organizza, dandola a Nicola Zingaretti, una fondazione. Ma non come un luogo di ricerca e di pensiero (già, il pensiero, chi era costui?) ma come l’ennesimo spazio, pure quello, correntizio. Presentato così, con quel linguaggio che ha reso il Pd estraneo a ciò che interessa gli italiani, e infatti perde e continua a perdere le..

Meloni in panne: altro che
fascismo, qui c’è l’anarchia

Finita la grande santificazione del Cavaliere a reti unificate, dell’uomo mondato di ogni peccato e della sua eredità politica mondata di ogni contraddizione - il centrodestra, creatura perfetta e compatta come una falange, ennesima reincarnazione dello spirito del ’94 - ecco il principio di realtà. Il primo effetto pratico del dopo-Berlusconi va in scena in commissione lavoro al Senato, con la maggioranza che non riesce a far passare il pacchetto lavoro a causa proprio delle assenze di Forza Italia. Che col merito della questione c’entrano poco. Insomma, non è una questione nobile, tutta politica. Accade che Claudio Lotito, il vulcanico patron della Lazio, non si presenta. Ed è per una mal celata rappresaglia personale: non si è sentito sostenuto sulle norme in materia di diritti televisivi che gli stavano a..

Senza Berlusconi addio centro
Così la destra è tutta di Meloni

Se non ci fosse stato il ricovero, proprio due giorni fa, sarebbe stata prevista ad Arcore una riunione per il famoso restyling di Forza Italia. Con Silvio Berlusconi sempre al centro e, tutt’attorno, un valzer di coordinatori, aspiranti tali, presunti astri nascenti, presunte stelle cadenti, finte mogli e nuovi cerchi attorno al magico, pur essendo la magia pressoché spenta. E per una settimana, tra spifferi, mezze verità, mezze bugie, ambizioni personali è andato in scena, per dirla col poeta ma tant’è, tecnicamente e senz’offesa, “l’ultimo girotondo attorno al letto del moribondo”, tanto surreale quanto paradossale, essendo tutti, da quelle parti, a conoscenza della cartella clinica del Cavaliere. Continua sull'Huffington Post

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