Alfonso Lo Sardo

Antimafia contro antimafia

"Siamo stati i primi a denunciare lo scandalo Saguto e vogliono farcela pagare", dice. E accusa la Prefettura

La Vardera e l’arte
di banalizzare la Sicilia

Se si accontentassero dei quindici minuti di celebrità che ad ognuno di noi, nell’arco della vita, prima o poi toccano, e subito dopo si trasferissero in Indonesia, non esisterebbe alcun problema. Ma questi figli di social media e della videocamera facile e non pensante, proprio non vogliono saperne. Prendiamo Ismaele La Vardera, per esempio: un giovanotto tanto cinico quanto insulso che si è finto candidato alle comunali di Palermo per filmare l’ovvietà di una campagna elettorale in salsa siciliana - con tanto di folklore e di promesse elettorali ‘se ritiri la tua candidatura ti facciamo assessore’, oh my God che scandalo! - al fine di spacciarla tout court per mafia e corruzione agli sprovveduti del Trentino Alto Adige e della Valle D’Aosta che sono ancora fermi a Don Vito Corleone...

Il nemico della Sicilia?
Il cibo. Arrestiamolo!

Ho quasi paura a scrivere quanto segue, ma ne sono fermamente convinto. Mi farò molti nemici e, tra gli amici, molti non mi saluteranno neanche più. Pazienza. Il vero problema di Palermo e della Sicilia non è il traffico, le mafie o la disoccupazione e neanche la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Il vero problema è il cibo, arma di distrazione di massa, croce e delizia delle nostre vite dal colesterolo altissimo. Mangiamo troppo e non ci rimane tempo per pensare a tutto il resto, per vivere meglio nei nostri centri urbani, per migliorare la qualità della vita nell’ambiente che ci circonda, per conoscere persone interessanti, per leggere, conversare vis a vis, studiare, viaggiare. Perdiamo troppo tempo nella ricerca di cosa ingurgitare, del posto in cui cenare, senza considerare..

L’ignoranza al potere
garanzia di successo

Una risata avrebbe dovuto seppellirli e invece non solo godono di ottima salute ma aumentano i loro consensi. Sono quei politici, quei capi di Stato e di governo in salsa populista, onorevoli, senatori, consiglieri regionali, che vengono dalla strada o dal Nulla: niente scuole, nessun libro, tanta ignoranza, molta arroganza, nessuna vergogna. Le sparano così grosse che si stenta ormai a credere alla loro veridicità. Ma sono vere, verissime le castronerie che dicono e per le quali non provano alcun imbarazzo. L’ultima in ordine di tempo arriva dal Palazzo di Vetro e a sganasciarsi dalle risate sono stati, in seduta plenaria, i rappresentanti di tutte le nazioni del pianeta dinnanzi all’uscita dell’uomo più potente del mondo, Donald Trump, che aveva appena finito di dire ‘io sono meglio di chiunque altro..

Quei pellegrini
della politica

Il gioco del calcio è in crisi. Mi chiedo perché il Coni ancora non riconosca il bandwagoning, il salto sul carro del vincitore, specialità sportiva molto praticata dagli italiani. La Sicilia, tra l’altro, potrebbe esprimere sin da subito dei veri e propri campioni. Perché dico questo? Per motivazioni personali, familiari e professionali, oltre che per radicate convinzioni politiche, ho avuto modo di frequentare le vicende del centrodestra siciliano e nazionale degli ultimi trent’anni, e la politica in genere. Sì, ho sempre seguito la politica, sin da adolescente. Nessuno è perfetto. L’ho studiata, osservata sin da vicino, con i suoi linguaggi e i suoi codici. Ebbene, oggi, in tempi di salvinismo e grillismo imperanti, mi capita di alternare sorrisi a conati di vomito nel vedere la palingenesi di tanti uomini e..

Ma di Leoluca
ce n’è uno solo

Noi palermitani non ci siamo mai pienamente resi conto della fortuna che abbiamo avuto. Sono cose che, peraltro, accadono raramente. Uomini con tali capacità politico-amministrative, culturali e creative possono infatti nascere ovunque. Sono troppo grandi per appartenere ad un singolo territorio. Non abbiamo meriti particolari, confessiamolo, a parte quello di averlo più volte votato ma non avevamo scelta e non c’erano alternative all’altezza. E’ così: Leoluca Orlando, uomo di mondo e del mondo, poteva tranquillamente nascere a Berlino, Chicago o Lione e avrebbe brillato ovunque e comunque, e invece, per motivazioni che non conosceremo mai, è venuto alla luce proprio qui, a Palermo, il primo agosto del 1947, con il preciso obiettivo di fare il sindaco più a lungo possibile, per accompagnare la crescita economica, culturale e civile della città...

Dio salvi gli avvocati

"Perché non bisogna demonizzare quelli che difendono boss e picciotti". La polemica innescata da Dalla Chiesa

L’obbligo flessibile
del ministro Grillo

Ma proprio una siciliana doveva macchiarsi di questa gaffe? Sì. E poi chi lo ha detto che si tratti di una gaffe? In epoca di pieno relativismo ignorante, un obbligo può anche essere flessibile se non siamo veramente obbligati né moralmente né con la forza da terze persone o da enti e istituzioni. Basta allungarlo e lui, l’obbligo, come un elastico, cede. Mio fratello Santi, ad esempio, il soldato non voleva farlo ma nel 1990 l’obbligo di leva non volle saperne e fu così che partì per Taranto, Marina militare, e per 12 mesi non lo vedemmo più. Per la mia gioia perché finalmente il motorino non dovevo più dividerlo con nessuno. A quei tempi anche i vaccini erano un obbligo. Così diceva la medicina ufficiale e noi avevamo piena..

Gerenza

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