E’ scoccata l’ora di Gaetano Armao. Il vice-presidente della Regione dovrà chiarire i contorni di una vicenda lunga dieci anni che riguarda Sicilia Patrimonio Immobiliare e il censimento da 91 milioni realizzato per conto della Regione che nessuno ha mai visto. A chiedere l’audizione di Armao in commissione regionale antimafia erano stati, a inizio luglio, i deputati del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca e Nuccio Di Paola. Fava, contattato da Buttanissima, aveva promesso che la vicenda sarebbe stata approfondita una volta terminate le audizioni sul caso di Giuseppe Antoci, l’ex direttore del Parco dei Nebrodi sfuggito a un attentato. E così sarà. Armao dovrà comparire di fronte alla commissione giovedì prossimo alle 11. Dovrà chiarire alcuni aspetti della spy story, in primis l’iniziale indisponibilità della password per accedere ai server di Spi ed entrare in possesso della banca dati sul censimento ed, eventualmente, la natura dei contenziosi in atto fra la Regione e la società mista pubblico-privata, ormai in liquidazione dal 2017, il cui amministratore delegato risulta tuttora Ezio Bigotti, un imprenditore di Pinerolo ai domiciliari per corruzione. La storia del censimento è tornata in auge qualche settimana fa, dato che il governo regionale aveva tentato di inserire nel “collegato” una norma per una nuova ricognizione straordinaria del patrimonio dell’ente, senza però preoccuparsi di recuperare i dati lasciati in eredità dal clan degli avventurieri.