Mai vista tanta confusione sulla Finanziaria, mai viste tante incertezze e improvvisazioni. Cateno De Luca, il fosforescente candidato che diede non poco tormento a Renato Schifani durante la campagna elettorale, è tornato alla carica. Con un vantaggio: che, dai banchi dell’opposizione, si trova davanti due esponenti del governo deboli e friabili come i biscottini che la mattina, a colazione, si inzuppano nel latte. Uno, il governatore, dopo tre mesi non si è ancora ambientato: lo confermano le continue cadute dal pero e l’indicibile sottomissione al partito di Giorgia Meloni. L’altro – l’assessore al Bilancio, Marco Falcone – sembra camminare sulle uova. Infatti non ha né la voglia né il coraggio di affondare la mano nei guasti e negli scandali del suo predecessore: quel Gaetano Armao che è fraternissimo amico e suggeritore di Schifani. E perciò intoccabile.