Sostenuto dalla stima e dalla fiducia di Giorgia Meloni, il commissario Luca Sbardella non ha sbagliato fino a questo momento una sola mossa. Ha preso in mano le redini di Fratelli d’Italia senza chiasso né strappi, quasi in punta di piedi. Ha destituito i due segretari regionali, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese, senza umiliarli e ha detronizzato il Balilla, capo della corrente turistica del partito, senza rinfacciargli gli sprechi di denaro pubblico e senza chiedergli perché la sua SeeSicily abbia provocato tanto scandalo. Un signore. Poi però, spinto da un guizzo di vanità, Sbardella ha affidato la propria immagine al bar dei pagnottisti: a quel giornaletto il cui editore è un faccendiere che ha già rastrellato dalla Regione affidamenti diretti per cinquecentomila euro. Una caduta di stile per un commissario calato in Sicilia nel segno di “legge e ordine”.