La riforma dei Consorzi di bonifica è saltata. Con un colpo a sorpresa, l’Assemblea regionale siciliana ha bocciato – a scrutinio segreto – l’articolo 3 della legge, quello che prevedeva la soppressione degli 11 consorzi esistenti per fare spazio a 4 nuovi enti più snelli. A far saltare il banco è stata la richiesta del M5S di procedere col voto segreto. E nel segreto dell’urna, almeno una decina di deputati di maggioranza ha votato contro l’impianto della legge, assieme a 5 Stelle e Pd. Senza quell’articolo, il resto della riforma non può reggere

La maggioranza è andata in frantumi. E lo schiaffo arriva su uno dei pochi provvedimenti strutturali che il governo Schifani aveva tentato di portare avanti. Ora restano due strade: ritirare tutto e rinviare la riforma a tempi migliori (ma difficilmente se ne riparlerà prima del 2028), oppure riscrivere l’articolo bocciato e riportarlo in Aula, col rischio di un altro affondamento.

Il M5S canta vittoria: “L’ennesimo fallimento di un governo inesistente – attacca il capogruppo Antonio De Luca –. Non si può ricattare il Parlamento sulla pelle dei lavoratori. Presenteremo un emendamento alla variazione di bilancio per finanziare la loro stabilizzazione”. Criptico Figuccia, della Lega: “Bisogna essere onesti e fotografare che c’è uno strappo politico vero e proprio, portato avanti da franchi tiratori privi di senso di responsabilità. Si è venuto a creare un clima difficile e se qualcuno vuole uscire dalla maggioranza e farsi protagonista di schemi diversi lo dica adesso”.

Ma il vero nodo è politico. La tenuta della coalizione è sempre più precaria. E il clima interno – già avvelenato dalle inchieste su Galvagno e Amata – si fa insostenibile. Se la maggioranza non tiene su un tema come i Consorzi, come potrà reggere alla prova della finanziaria-ter? La legislatura rischia la paralisi.