Daniela Faraoni ha compiuto un altro passo falso. Il fatto che l’Asp di Palermo sia da sette mesi senza un manager non la preoccupa più di tanto. L’ha lasciata indifferente anche la corsa di sette ispettori sanitari alla Sala Vip di Punta Raisi per capire se la caponata fosse fresca di giornata e avallare così una bizzarra sceneggiata del presidente della Regione. Tutto sommato non la sconvolgono nemmeno le stroncature che piovono sulla sua bozza di rete ospedaliera: se ci avesse messo veramente la testa non avrebbe fatto certe scelte assurde e clientelari. Ha dedicato molto impegno invece alle cure palliative e ha emanato un decreto che apre le porte al business, mortifica il ruolo svolto sin qui dal volontariato e accende, di fatto, un conflitto con le associazioni cattoliche. Schifani, che l’ha nominata assessore alla Sanità, può essere felice e soddisfatto.