Si è svolta questo pomeriggio, dopo una lunga riunione dei capigruppo, la discussione generale sulla manovra-ter: nell’ultima versione si è passati da 32 a 15 articoli. Dopo aver fatto cilecca nella seduta ieri, la maggioranza e una buona fetta del governo si sono presentati in aula. Al termine della relazione introduttiva del presidente della commissione Bilancio, Dario Daidone (FdI), sono iniziati gli interventi dei deputati (contingentati, come da regolamento, per evitare l’ostruzionismo annunciato da Pd e M5s). In aula, intorno alle 17.40, è comparso anche il presidente Schifani. Dopo aver lasciato il pulpito della presidenza la suo vice Di Paola, anche Galvagno ha ripreso a dirigere i lavori. In un paio d’ore il parlamento ha approvato l’articolo 1 (con un contributo di 750 mila euro a chi ha subito eventi calamitosi), poi il rinvio alle 10.30 di mercoledì mattina.
“La manovra in Aula non è una variazione di bilancio, ma una minifinanziaria-spot che noi non accettiamo perché non dà le risposte che i siciliani aspettano”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca. “Anche i temi condivisibili – dice De Luca – sono stati affrontati nel peggiore dei modi possibili, come la norma sulle liste d’attesa, pensata male e realizzata peggio, con l’assurdo stanziamento di 40 milioni fino a dicembre, che probabilmente non si riuscirà a spendere, e solo 10 milioni l’anno per i due anni successivi. Mancano tante norme importanti che il governo poteva inserire nel testo base e che invece ha relegato agli emendamenti aggiuntivi perché non gliene importa nulla, salvo cercare di addebitarne la colpa alle opposizioni. Mi riferisco, ad esempio, alle norme sui disabili o a quelle sui lavoratori dei consorzi di bonifica. Questa manovra, che non uscirà dall’Aula, segnerà la definitiva crisi del governo. Perché questo governo è già in crisi”.
Per Cateno De Luca, di Sud chiama Nord, “questa variazione di bilancio va approvata perché contiene misure importanti. Ancora una volta sento parlare con leggerezza di ‘compravendita di voti’. Chi fa affermazioni del genere offende l’intero Parlamento. Se qualcuno è abituato a scambiare un biglietto per lo stadio con un voto in Aula, parli per sé. Io, che per oltre dieci anni sono stato oggetto di persecuzioni giudiziarie, non consento a nessuno di infangare la mia storia e la mia integrità. Basta con la narrazione ipocrita tra buoni e cattivi. Noi siamo favorevoli ad andare avanti con i lavori, ma senza farci intimidire da chi vuole strumentalizzare il regolamento per fare opposizione pretestuosa ed a fondo perduto indossando i panni del Savonarola in versione 4.0”.