Nello Musumeci si può capire: per tre anni ha coperto gli azzardi di Manlio Messina: dalla truffa di Cannes, con milioni di euro finiti nelle tasche di un avventuriero lussemburghese, allo scempio di SeeSicily che, con una seconda catasta di piccioli, ha lucidato i bilanci di Mediaset e altri allegri convitati. Sabato a Catania, dunque, la difesa dell’ex governatore nei confronti del Balilla e della corrente turistica di Fratelli d’Italia era scontata. Ma Renato Schifani perché si impanca in una difesa estrema di Gaetano Galvagno ed Elvira Amata, sputtanati da un’inchiesta per corruzione? Che nessuno si dimetta, dice il presidente. E lo dice per evitare che con la caduta di una sola tessera possa stramazzare al suolo l’intero mosaico delle sue alleanze, in primis quella con Ignazio La Russa e la filiera catanese di FdI. E’ il cinismo della politica, bellezza!
