Un altro colpo d’ira, un altro colpo di teatro. Ci faremo il callo. E sì, perché le sortite di Renato Schifani seguono ormai una sorta di copione. Ricordate come reagì alla nomina della leghista Annalisa Tardino al vertice dell’Autorità Portuale? Rientrò velocemente dalle vacanze, convocò d’urgenza avvocatoni e ufficio legale, tuonò contro il ministro Matteo Salvini che aveva scelto per quell’importante incarico un’ex parlamentare europea priva di competenze tecniche e chiese al Tar l’immediata destituzione dell’usurpatrice. Ma dopo 25 giorni al “sacro furore” subentrò la mansuetudine; e quella che era sembrata una dichiarazione di una guerra senza quartiere si trasformò in poco più di due settimane in un elogio smodato e sperticato al ministro delle Infrastrutture. Ieri lo schema si è ripetuto a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Carlo Calenda ha rivolto alcune critiche aspre, forse anche eccessive, al governo della Regione e Schifani, per tutta risposta, ha abbandonato clamorosamente – ovviamente sdegnato – la convention dei giovani di Forza Italia
Rifletteteci su. Il governatore della Sicilia poteva rispondere per le rime al leader di “Azione”. Ma lo scontro, chiamiamolo così, si sarebbe concluso più o meno in parità; i giornali ne avrebbero parlato senza clamore e i siciliani avrebbero quasi del tutto ignorato l’incidente. Insomma, la vicenda sarebbe rimasta relegata entro i confini di San Benedetto del Tronto. Invece il furbo Schifani, da vecchia volpe della politica, ha scelto la via della teatralità. Ha lanciato un grido: “Calenda ha offeso la Sicilia” e con quel grido ha sollevato un coro di solidarietà, ha mobilitato i giornali siciliani, quantomeno quelli più sensibili alle ragioni di Palazzo d’Orleans, e ha costretto i trombettieri della maggioranza – con in testa Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars – a cantare pubblicamente le lodi del governo, a sgranare il rosario delle meravigliose realizzazioni e a invocare, va da sé, un secondo mandato per il magico governatore. Viva la Sicilia.