Ogni volta che il computer mi segnala l’arrivo di una Pec mi tremano le gambe. La posta certificata è diventato il luogo dove prendono corpo tutti i balzelli; o, se vogliamo, tutte le tasse occulte che ci flagellano senza pietà. L’ultimo messaggio fresco di Pec è un’ingiunzione spedita da quel grande baraccone statale chiamato Rai. Il quale, va da sé, mi ricorda di pagare il canone annuale che, per il 2025, ammonta alla cifra di 242,47 euro. Uno scandalo. Davanti al quale nessuno ha ovviamente vie di fuga: o bere o affogare. In cambio di un costo così spropositato, mi sarà offerto un ventaglio di luminose possibilità: l’appannata comicità di Pino Insegno, le mielose banalità di Caterina Balivo, l’amichettismo insopportabile di Mara Venier e tutta la propaganda governativa che va cumulativamente sotto il nome di Telemeloni. Dimenticavo “Affari tuoi”. Anzi, suoi.
