Meno male che il presidente Schifani aveva rinsaldato l’asse con Galvagno. E meno male che aveva rassicurato i suoi trombettieri sentenziando: “La maggioranza c’è ed è compatta”. Perché in queste ore la realtà dice esattamente il contrario. Dice che Sala d’Ercole è un campo di battaglia dove ogni proposta del governo viene fucilata nel segreto dell’urna. Galvagno ha provato, da presidente dell’Ars, a tirare qualche ragno dal buco ma non lo ascolta più nessuno. Anzi. Se è vero che i voti contrari arrivano soprattutto dai patrioti, irritati dalle scelte di Palazzo d’Orleans sulla sanità, è probabile che il destinatario dei messaggi lanciati dai franchi tiratori sia, oltre a Schifani, anche l’ex golden boy di Fratelli d’Italia, visto come il disertore che nella battaglia cruciale si è consegnato al nemico. L’asse tra i due presidenti non poteva essere più funesto.