Tra Ignazio La Russa e Antonio Tajani, il governatore Schifani sceglie il presidente del Senato e mai il segretario di Forza Italia. Nei confronti di Fratelli d’Italia ha, come si sa, un’antica sudditanza mentre nei confronti dei berluscones la risposta è sempre quella del Marchese del Grillo. Il capo di Palazzo d’Orleans ritiene che i deputati azzurri siano suoi camerieri, coordinati da un maggiordomo, Marcello Caruso, che lui ha ingaggiato con uno stipendio di segretario particolare. Non gli concede pertanto alcun diritto: quelli rivendicano un assessorato e lui li scavalca arruolando dei tecnici come Dagnino o la Faraoni. E se ha da tagliare una testa, non taglia quella della Faraoni – che è il vero disastro della Sanità – ma quella del suo amico Salvatore Iacolino, il quale, avendo detto molti no, è mal sopportato dai patrioti di La Russa. Evviva la Sicilia.