Diventò un simbolo della città che si ribella al racket filmando e denunciando un estortore che gli chiedeva il pizzo, ora Giuseppe Piraino, imprenditore e noto esponente dell’antimafia palermitana, è accusato di aver messo a segno 15 truffe legate ai bonus edilizi. Al costruttore la Guardia di Finanza ha notificato un provvedimento di sequestro preventivo per circa 3 milioni e 500mila euro.
L’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ipotizza i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e indebita compensazione di crediti inesistenti ed è stata condotta dalla Guardia di Finanza che ha eseguito i sequestri e ha quantificato in circa 7 milioni di euro l’ammontare complessivo dei bonus inesistenti. L’imprenditore, legale rappresentante della ditta edile la Mosina costruzioni srl, ebbe attestati di solidarietà dalla società civile e dalla politica dopo la sua denuncia. Recentemente ha aderito al movimento Controcorrente dell’ex Iena, ora deputato regionale, Ismaele La Vardera.
“Non sono per niente stupito. Era un’indagine partita tre anni fa e a proposito della quale avevo fatto presente le difficoltà di vendita dei crediti e il numero considerevole di cantieri fermi bloccati per l’impossibilità di vendere o cedere i crediti. Sono fiducioso e vado avanti a testa alta, confido nella giustizia come ho sempre fatto e prendo le distanze sin da ora da chi ha attuato truffe per arricchirsi alle spalle dei cittadini vendendo i crediti per comprare oro e fare bella vita”. Lo dice l’imprenditore edile palermitano Giuseppe Piraino, 50 anni, indagato nell’ambito di un’inchiesta per truffa sui bonus edilizi. “Il sequestro di 3,5 milioni di euro di cui si parla – aggiunge – non riguarda soldi contanti o depositati ma crediti fiscali che sono a disposizione delle imprese o dei committenti che devono finire i lavori”.
Piraino nel 2018 ha denunciato le richieste di pizzo a un cantiere al quartiere Capo da parte degli estorsori di Cosa nostra. L’imprenditore riprese con una videocamera le richieste. Nel 2021 Piraino denunciò nuovamente il tentativo di estorsione della mafia del Borgo vecchio: anche lì riprese le richieste del mafioso. Nel 2022 a Brancaccio la mafia si ripresentò e l’imprenditore ancora una volta riprese la richiesta di pizzo denunciando tutto alla procura. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, nel 2022 incontrò l’imprenditore a Palermo “Non vi lasciamo soli. Teniamo la mafia lontana dalle imprese” disse Conte.
La nota del movimento Controcorrente
“La notizia delle indagini a carico di Giuseppe Piraino aprono degli interrogativi sulla correttezza dell’operato di un imprenditore conosciuto da tutta la città e soprattutto cui i media hanno sempre dato ampio spazio per le sue battaglie che hanno portato perfino all’arresto di mafiosi, che lo stesso ha avuto il coraggio di denunciare. Per questa ragione la notizia sorprende, ma lasciateci esprimere disappunto per il tentativo che si sta facendo di accostare Controcorrente, ad una vicenda che nulla a che fare con il movimento in quanto tutti possono tesserarsi autocertificando, in fase di iscrizione, di non aver riportato sentenza penali di condanna e a comunicare entro 10 giorni dall’iscrizione l’esistenza di procedimenti penali pendenti, procedura che lo stesso Piraino ha seguito. Crediamo di essere l’unico movimento in Italia a chiedere questi prerequisiti a priori prima di tesserarsi, mentre la prassi vuole che questi accertamenti vengano fatti, dai partiti e dai movimenti, solo in fase di accettazione per eventuali candidature. Controcorrente, però, alla luce di questo accostamento, da oggi si impegnerà attivamente a cercare ogni tesserato in tutti i partiti presenti in Italia che ha precedenti penali, sentenze di condanna e procedimenti in corso. Lanciamo così un appello a tutti i partiti politici del territorio affinché pubblichino la lista dei propri iscritti e che verifichino inoltre che questi non abbiano alcun procedimento pendente. Il nostro obiettivo politico è chiaro: la legalità sopra ogni cosa e ci teniamo a precisare che Piraino non ha mai avuto alcun ruolo di vertice all’interno del movimento, bensì un ruolo di attivista soprattutto nella lotta alla mafia e all’antiracket. Non comprendiamo, quindi, come mai venga accostata a noi questa notizia, visto che si tratta di un semplice tesserato. Tuttavia non possiamo che augurare a Piraino di dimostrare la sua estraneità, e soprattutto alle procura di andare fino in fondo perché abbiamo in loro massima fiducia”. Lo affermano i vertici del movimento Filippo Occhipinti e Gandolfo Lo Verde.