“L’ultima dei cattivi”. Così il Foglio ha definito Natalia Aspesi, 95 anni, al culmine di una bella intervista realizzata da Salvatore Merlo. L’inossidabile giornalista di Repubblica, ha tessuto un elogio dell’informazione che non si accoda alla moda “di pettinare ogni cosa per il verso giusto”. “Io, se ho avuto un po’ di successo nel giornalismo è stato perché ho esercitato la critica maligna”. La cattiveria di Natalia Aspesi – sempre elegante, ironica, a tratti baldanzosa – non ha mai risparmiato nessuno: né quel monumento sacro del giornalismo che rispondeva al nome di Indro Montanelli né le nuove icone del potere come le sorelle Giorgia e Arianna Meloni. La sua è la cattiveria della verità. I giornalisti che la praticano ormai si contano sulle dita di una mano. Ma per fortuna esiste ancora. A dispetto, va da sé, dei pagnottisti e dei trombettieri di regime.