Dal “momento magico” della Sicilia alla “continuità” col governo Musumeci. Sembra una mattinata quasi allucinante, ma è solo Renato Schifani alle prese con l’inaugurazione del tratto ferroviario tra Bicocca e Catenanuova: 38 km nuovi di zecca che contribuiranno ad abbattere i tempi di percorrenza sull’asse Catania-Palermo (ma solo dal 2030). Come l’apertura dello svincolo di Brancaccio, dopo quasi quarant’anni, il taglio del nastro è stato accolto con una bulimia comunicativa che non rende onore al presidente né giustizia alla Sicilia. Che rischia di perdere 11 miliardi di fondi Pnrr per l’incapacità di spendere e rendicontare; che lascia i malati senza cure oncologiche e un Pronto soccorso, a Noto, che funziona appena metà giornata; che annulla una seduta d’aula dopo l’altra perché gli assessori non sono disponibili (o disposti) a rispondere alle interrogazioni parlamentari.
Ma oltre a stonare nei toni, le dichiarazioni di Schifani rendono plasticamente la sua difficoltà. Il presidente non sa come perorare la causa del suo governo e allora s’impegna a offrire sponde a destra e manca per ottenere quella legittimazione che l’attività dell’esecutivo, da sola, non basta a garantirgli. Persino il governo Musumeci diventa un gancio da traino per tentare di riallacciare i rapporti con quella parte di Fratelli d’Italia che non l’ha mai sopportato. “Il mio – ha detto Schifani – è un governo che si pone in sintonia, e lo ribadisco, l’ho sempre detto, in continuità con quella che è stata l’azione del governo di Nello Musumeci perché i fatti non avvengono soltanto per caso, ma perché evidentemente si eredita un percorso”.
Il rapporto col predecessore, pressoché nullo, è stato ribadito negli ultimi giorni dalle dichiarazioni di Ruggero Razza e di Manlio Messina (fuoriuscito da FdI) che contestano a Schifani di aver rinnegato il passato o, nel caso del Balilla, di godere dell’eredità del Pizzo Magico per fregiarsi di titoli – vedi l’azzeramento del disavanzo storico – che non gli appartengono. Razza è intervenuto nel dibattito da Aci Castello, sede dell’iniziativa “Patrioti in Comune”: “Quando si devono fare scelte di politica economica – disse l’ex assessore regionale della Salute – spesso si preferisce la guerra interna ai progetti già pronti, cancellandoli per logiche di partito o in vista delle elezioni. È una discontinuità del buon senso”. Messina gli ha rinfacciato di aver destinato un contributo di 300 mila euro al Trapani calcio, dove lavora il figlio.
Eppure Schifani, che di solito non lesina repliche, ha preferito ingoiare in silenzio. Inserendosi perfettamente nel solco di questo imbarazzante teatrino con FdI imbastito all’indomani del tracollo all’Ars. Il presidente ha accolto i dispetti e i capricci di Sbardella, commissario meloniano nell’Isola, dicendosi disposto a rivedere la composizione del sottogoverno annunciata con una nota ai giornali il 3 ottobre: Iacolino alla Pianificazione strategica e Alberto Firenze all’Asp di Palermo. Due nomine sub-judice, nella speranza di calmare i rivali interni. Nel frattempo ha già nominato l’ex deputato regionale Nicola Catania come subcommissario ai rifiuti.
Fratelli d’Italia è una spada di Damocle che pende sulla testa di Re Renato. Gli ha regalato il trono d’Orléans, grazie all’amichevole intervento di Ignazio La Russa; ma oggi rischia di mandarlo anzitempo negli spogliatoi se – come pare – non garantirà all’uscente l’ipotesi della ricandidatura. Un tema a cui il diretto interessato, rispetto a qualche mese fa, riserva maggiore cautela: “Io lavoro, ritengo con un programma serio e concreto: se è serio e concreto saranno i cittadini a spiegarlo o se necessiti o meno di due mandati”, ha detto Schifani da Catania. Nel giorno in cui ha regalato a Musumeci l’onore di una menzione, e a Meloni e Salvini – che nel frattempo ricevevano a Roma il premier ungherese Orban – il merito del “momento magico” che la Sicilia sta vivendo a livello infrastrutturale. Addirittura.
Ecco cos’ha detto di preciso: “La Sicilia in questa legislatura sta vivendo un momento magico grazie all’impegno della premier Giorgia Meloni e del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e alla collaborazione concreta del mio governo”. Un inchino a destra. Alla Meloni, perché fa sempre comodo (rinsaldare il rapporto coi patrioti prevede un impegno a lungo raggio); e al segretario della Lega perché le cose, ultimamente, non sono sempre andate bene. Ad esempio, nel prossimo gennaio, arriverà la decisione del Tar rispetto al ricorso presentato dalla Regione contro la nomina di Annalisa Tardino a commissario dell’Autorità Portuale di Palermo. Schifani non l’ha mandata giù e, pubblicamente, si è solo offerto di ritirare la richiesta di sospensiva al tribunale amministrativo. Che dovrà comunque pronunciarsi.
Il presidente della Regione, però, è un fine stratega e va a cercare sponda laddove è più utile, dove potrebbero garantirgli un respiro più ampio in vista delle scelte prossime venture. Con Salvini concorda persino sulla fastidiosa opposizione della Corte dei Conti al progetto del Ponte sullo Stretto: “Fa riflettere che per una grande opera strategica siamo appesi a un organo contabile…”, ha detto Schifani. Il quale, nelle menzioni d’onore, ha dimenticato il più elementare dei ringraziamenti: quello ad Antonio Tajani. Membro influente del governo italiano, nonché vicepremier e segretario del suo stesso partito, Forza Italia. Forse perché non si occupa di treni e di ponti, o probabilmente perché dà per scontato il suo appoggio alla causa (nonostante i malumori azzurri siano esplosi negli ultimi mesi).
Ormai il governatore sembra disposto a qualsiasi abiura pur di restare in sella. Ed è molto più esposto a destra di quanto non lo sia al centro. Si serve di Sammartino per le questioni più delicate; cerca di sfondare il muro della comprensione – umana e politica – bussando alla porta di La Russa; e il tentativo di pacificazione con FdI, dopo il palese tradimento all’Ars, è da perseguire a ogni costo per garantirsi un altro giro di giostra nel 2027. Ci manca solo un richiamo ai patrioti e a Marine Le Pen, poi la festa del perdono sarà davvero completa.


