La riforma che introduce la separazione delle carriere della magistratura è stata approvata definitivamente dall’aula del Senato. Il disegno di legge costituzionale ha avuto 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. Il voto è il quarto e ultimo passaggio parlamentare, come previsto dalla Costituzione.
“Oggi, con l’approvazione in quarta e ultima lettura della riforma costituzionale della giustizia, compiamo un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini – ha scritto su X la premier Giorgia Meloni -. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Governo e Parlamento hanno fatto la loro parte, lavorando con serietà e visione. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L’Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un’Italia più giusta è anche un’Italia più forte”.
I senatori del Pd, del M5s e di Avs hanno protestato contro l’approvazione della riforma mostrando cartelli con la scritta “No ai pieni poteri”. Non c’è solo la separazione delle carriere, “stanno riformando anche la Corte dei Conti”. C’è “un disegno di scardinamento della Costituzione” per “tagliare le unghie” alla magistratura e depotenziarla”. “Vogliono pieni poteri e noi li contrasteremo in ogni modo”, ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte davanti al Senato. Riferendosi al referendum sulla giustizia Conte ha aggiunto: “Non è uno scontro tra destra e sinistra ma tra chi vuole difendere i pilastri della Costituzione e chi vuole il governo sopra la legge”. Conte parlando del disegno del governo ha citato anche il premierato.


