Dov’è finito Antonio Tajani, meglio noto nel mondo della satira come il “cavalier servente” di Giorgia Meloni e della famiglia Berlusconi? In quale palazzo romano s’è rinchiuso il segretario di Forza Italia per non vedere la valanga di fango e discredito che avvolge il governo di Renato Schifani? Qui, nella Sicilia attraversata dal cuffarismo e dagli scandali di Fratelli d’Italia, nessuno riesce a trovare il bandolo della matassa. La crisi è incancrenita anche per il malessere, ormai pietrificato dei deputati di Forza Italia, murati vivi da un governatore che li ignora e li mortifica. Tajani avrebbe potuto inviare un commissario per rimuovere intanto i macigni che si frappongono fra governo e gruppo parlamentare all’Ars; o trovare le parole più appropriate per sciogliere diffidenze, rancori e incomunicabilità. Ma se n’è guardato bene. Palermo non vale una messa.


