E allora la Amata?
L’interrogativo rimbalza da un gruppo Whatsapp all’altro da quando, intorno alle 15, Renato Schifani ha comunicato il Daspo nei confronti di due assessori della sua giunta: né Nuccia Albano né Andrea Messina sono indagati dalla Procura di Palermo, che invece ha chiesto l’arresto per l’ormai ex segretario della Dc, Totò Cuffaro. Eppure “pagano” per tutti.
Con questa mossa – ancora troppo timida – Schifani pensa di riconquistare la stima dei siciliani; o almeno di quei siciliani che nel 2022 avevano accordato la fiducia a un centrodestra ormai dilaniato dagli scandali e dai litigi. “La nostra – ha detto il presidente della Regione – vuole essere una decisione improntata al senso di responsabilità, alla tutela della credibilità dell’istituzione e al rispetto dei siciliani, che confidano in un’amministrazione trasparente e coerente con i valori di correttezza e rigore che devono sempre ispirare l’azione pubblica”.
Schifani si riappropria della questione morale tagliando i fili col suo sovrastante numero uno, Totò Cuffaro, che in alcune intercettazioni rivelate dai giornali lo riteneva “poco credibile”. Facile, adesso. La Democrazia Cristiana è Cuffaro e senza Totò non vale molto (al netto del voto in aula dei sette deputati che, infatti, Schifani ha invitato a sostenere comunque l’azione dell’esecutivo). Il governatore si sbarazza dell’abbraccio (mortale) del suo alleato più fedele, che gli era rimasto accanto durante l’ultima intemperia dell’Ars (quando la manovra-quater venne falcidiata dai “franchi tiratori” di Fratelli d’Italia). Ma non tocca il resto della giunta, evitando di toccare equilibri che lo avrebbero condannato in partenza.
Entro l’anno, infatti, c’è un’altra Finanziaria da approvare; c’è il voto segreto da disinnescare; e c’è, soprattutto, la tentazione di guadagnarsi una prelazione sul diritto degli uscenti di essere ricandidati. Questo spartito, di per sé molto complesso, necessita di alleati di ferro: c’è Sammartino, ovviamente; ma c’è soprattutto FdI, il partito della Meloni, che non ha ancora smesso di fargli la guerra per il mancato atto di revoca nei confronti di Salvatore Iacolino (comunque dietro l’angolo). Assicurarsi la fiducia di La Russa & Co. è l’unica aspirazione del momento, altrimenti, con una decisione improntata agli stessi valori (“trasparenza, rigore e correttezza istituzionale”), il presidente avrebbe potuto rimuovere anche Elvira Amata dall’assessorato al Turismo. Lei sì, indagata per corruzione.
In passato Schifani aveva risparmiato anche Francesco Scarpinato, pur dovendo ritirare in autotutela l’affidamento diretto concesso dall’assessorato al Turismo alla società Absolute Blue per realizzare uno shooting a Cannes (da 3,7 milioni). Ma questo, si sa, è un governo di due pesi e due misure. E oggi che Cuffaro è letteralmente azzoppato da un’inchiesta a suo carico – sarà interrogato il 14 di fronte ai magistrati – tanto vale sbarazzarsene. L’obiettivo minimo, adesso, è conservare i voti dei sette parlamentari a Sala d’Ercole (la Lantieri non si era ancora unita all’allegra compagnia) e sfangare un’altra Legge di Stabilità evitando lo spauracchio dell’esercizio provvisorio. Non sarà semplice: i deputati della Dc, infatti, sono da sempre allineati alle scelte del governo, anche le più impopolari, mentre gli altri – da Forza Italia ai patrioti – hanno sempre sputato veleno. E se è il caso, torneranno a farlo.
Ulteriore nota a margine: finché non verranno dissipati i dubbi sulla condotta di Cuffaro e dei suoi adepti, i due assessorati vacanti saranno assorbiti ad interim dal governatore. Che così potrà gestirne ben quattro: anche la Sanità e l’Economia, affidati a due “tecnici” (detestati da Forza Italia), sono di sua strettissima competenza. A questi si aggiungono Lavoro e Famiglia, e Funzione pubblica ed enti locali. Cuffaro li riteneva “leggerini” ai tempi della distribuzione delle deleghe, ma qui non basterebbe un superuomo, figurarsi Schifani, per occuparsi di tutto. Il presidente, peraltro, è anche il “capo” di un partito che gli sta sfaldando tra le mani, ove alcuni esponenti di rilievo (vedi Margherita La Rocca Ruvolo, già presidente della Commissione Salute dell’Ars), presenzieranno al fianco di La Vardera, l’oppositore più mediatico e scenografico, per denunciare gli scandali della sanità.
E allora, chi verrà in soccorso del governatore? Basterà questa sterzata di moralità a rilanciare l’azione del suo governo? O al primo banco di prova ci ritroveremo con la pattuglia dei franchi tiratori pronti a colpire?
La nota di Palazzo d’Orleans
«Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale, principi che rappresentano il fondamento stesso della buona amministrazione. In questa prospettiva, e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della Giunta regionale». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
«La nostra – prosegue il presidente – vuole essere una decisione improntata al senso di responsabilità, alla tutela della credibilità dell’istituzione e al rispetto dei siciliani, che confidano in un’amministrazione trasparente e coerente con i valori di correttezza e rigore che devono sempre ispirare l’azione pubblica. Questi valori costituiscono il cardine etico e politico su cui si regge il fondamento della mia azione politica per rappresentare l’interesse collettivo con autorevolezza e trasparenza».
«Non si tratta – aggiunge Schifani – di una decisione di parte, né di un giudizio sulle persone, alle quali va il mio personale ringraziamento per l’impegno, la dedizione e il contributo offerto finora, ma di un atto di responsabilità politica e morale. In momenti come questo, chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentare i cittadini deve saper anteporre il bene collettivo e la credibilità delle istituzioni a ogni altra considerazione».
«Ringrazio i parlamentari della Nuova Democrazia Cristiana per la loro consolidata lealtà politica e parlamentare – conclude – ed auspico che essi continuino a sostenere i provvedimenti dell’esecutivo regionale, nell’interesse superiore della Sicilia e dei cittadini che rappresentiamo, nella convinzione che la responsabilità e la coesione istituzionale debbano prevalere su ogni altra considerazione. Solo così sarà possibile proseguire nel lavoro di governo con la necessaria serenità, chiarezza e coerenza rispetto ai valori di legalità e buon governo che tutti siamo chiamati a difendere». Le funzioni degli assessorati della Famiglia e della Funzione pubblica sono state assunte ad interim direttamente dal presidente Schifani.


