Un centinaio di persone hanno manifestato questo pomeriggio, davanti Palazzo d’Orleans a Palermo, al grido di ‘Decuffarizziamo la Sicilia’. Capeggiati dai rappresentanti di M5s, Pd, Controcorrente e Italia Viva, i partecipanti hanno chiesto le dimissioni del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Sono scesi in piazza dopo che la procura di Palermo ha chiesto l’arresto di Totò Cuffaro e altri 17 indagati, tra cui anche Saverio Romano, coinvolti in un’inchiesta su un presunto sistema di appalti pilotati nella sanità.
Tutto questo il giorno dopo la revoca, da parte del governatore Schifani, dei mandati dei due assessori regionali della Dc, Nuccia Albano e Andrea Messina, rispettivamente alla Famiglia e agli Enti Locali. “La revoca dei due assessori non risolve però il problema – aggiunge Anthony Barbagallo, segretario del Pd in Sicilia – vi è una negligenza da parte del governatore. Non ci sono più le condizioni di credibilità del governo della regione e Schifani deve andare a casa”. Tra i presenti anche il leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera: “Il pesce puzza sempre dalla testa – afferma – così si dice dalle nostre parti”. “Vogliamo dare speranza ai siciliani – sottolinea poi il coordinatore del M5S in Sicilia, Nuccio Di Paola – perché un’alternativa possibile a questo governo esiste, la si deve costruire”.
“Dobbiamo mandare a casa questo governo a prescindere dalle vicende giudiziarie, che non riguardano solo la Dc – spiega Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva – ma tutte le forze politiche che sostengono il governo Schifani”. In piazza anche diversi cittadini con striscioni e slogan con scritto, tra i tanti: “Renato-Cuffaro dimettiti” o “Rispetto per la Sicilia”. “Noi abbiamo una dimensione tale dell’immoralità dell’azione politica che ormai non conosce più freni – ha detto il segretario della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – anche il presidente dell’Ars e altri assessori, sono coinvolti in altre vicende giudiziarie. Chi aveva responsabilità di governo non ha messo al centro l’azione politica volta al servizio dei cittadini. Schifani dovrebbe fare un passo indietro, se non vuole farlo deve dare un senso di profonda discontinuità con i soggetti politici che, fin qui, lo hanno sostenuto. La questione non può essere risolta solo con il passo indietro dei due assessori della Dc”.
Al contempo, Antonello Cracolici ha presentato il lavoro svolto nell’ultimo anno dalla commissione Antimafia: “Questa Regione è vissuta come un ‘bancomat’ a cui attingere in ogni modo e con qualunque mezzo – ha detto Cracolici – l’assemblea non può girare la faccia di fronte a una tempesta che mina la credibilità stessa dell’istituzione. Una Regione sempre più piegata a interessi e intermediazioni e distante dai cittadini, preda per tanti predatori che ruotano intorno all’amministrazione. Predatori che hanno come unico obiettivo quello di costruire attorno all’utilizzo della macchina regionale il consenso, che diventa sempre più un consenso ‘maleodorante’”. In apertura il presidente ha espresso “piena solidarietà all’onorevole La Rocca Ruvolo per gli insulti ricevuti nell’esercizio della sua funzione di parlamentare”. “Le storie emerse ci mostrano una burocrazia ormai piegata e asservita alla politica che nomina vertici e ruoli apicali alla Regione e nelle società partecipate o nelle aziende sanitarie. Questo ha generato elementi di connivenza per cui la fedeltà prevale sulla legalità”, ha detto ancora Cracolici.


