Oggi è il giorno dell’interrogatorio di Totò Cuffaro, figura centrale dell’inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto per lui gli arresti domiciliari. A pesare sul suo destino è soprattutto lo “sfogo” raccolto dai carabinieri del Ros durante la consegna del verbale di sequestro di denaro: tre pagine di dichiarazioni in cui l’ex presidente della Regione chiama in causa Saverio Romano.
La Procura ritiene quelle parole utilizzabili, mentre la difesa di Romano ne contesta l’utilizzabilità, sostenendo che non siano state rese nell’immediatezza del fatto come prevede il codice di procedura penale. Nel verbale Cuffaro parla dell’appalto da 17 milioni dell’Asp di Siracusa, indicando Romano come protagonista di un’accelerazione sulla gara e definendo il dg Caltagirone “uomo di Forza Italia”. E ammette inoltre una “minchiata” sul concorso in cui avrebbe favorito una candidata.
Per la Procura sono tutti tasselli del “sistema Cuffaro”, che avrebbe agito tramite Carmelo Pace, Vito Raso e Antonio Abbonato. Raso, in particolare, avrebbe avuto accesso privilegiato ai bandi dell’assessorato alla Famiglia, grazie anche alle soffiate dell’ex dirigente generale Maria Letizia Di Liberti. Oggi si tengono anche gli interrogatori degli altri indagati: il gip Carmen Salustro dovrà poi decidere sulle 17 richieste di misura cautelare. Per Saverio Romano, l’eventuale misura resterebbe sospesa in attesa dell’autorizzazione della Camera.


