Una commissione incaricata della procedura valutativa (terza e indipendente) c’è già e si è espressa nell’agosto 2023 dando forma a due elenchi: quella degli idonei e quella dei “maggiormente idonei”. Una scrematura che fece saltare sulla sedia Lombardo ma anche Italia Viva (per il tempo impiegato: appena 105 minuti per 102 profili). Adesso Schifani prova a rinforzare le procedure di selezione dei Direttori generali di Asp e ospedali creando un’altra commissione, a valle: uno dei tre membri sarà però indicato dal presidente della Regione. E questi soggetti “autonomi” forniranno una terna di nomi su cui sarà comunque la giunta a pronunciarsi.
Sorge spontanea la domanda: basterà per togliere la discrezionalità della scelta alle segreterie dei partiti? Basterà questo paletto ad allontanare i politici, e la loro bramosia di controllo, dalle sorti della sanità regionale? Assumersi la responsabilità della decisione è un conto; farlo per garantirsi un “amico” che provveda a trasferire infermieri, accalappiarsi fornitori o indirizzare gli appalti è un altro.
Questa “rivoluzione epocale”, lo anticipiamo in questa sede, non avrà alcun seguito fin quando non sarà subentrato un principio (genuino) di rivoluzione culturale da cui le istituzioni siciliane – dimostrano l’ultima inchiesta su Cuffaro e le dichiarazioni di Nello Musumeci – al momento restano affrancate.
Perché è la stessa politica che avrà l’assurda pretesa di smistare contributi pubblici, senza alcun criterio, a enti pubblici o ecclesiali vicini ai deputati di turno (“Siamo tutti parrocchiani di Dio”, ha detto Ignazio Abbate, presidente della prima commissione dell’Ars); che si inventa fantomatiche leggi sull’editoria per continuare a foraggiare i soliti pagnottisti; che adotta la pratica del ‘capro espiatorio’ per autoassolversi di fronte alle peggiori nefandezze; che antepone le modalità del consenso a quelle del servizio.
Smaltito l’effetto Cuffaro – anche lui uno “sventurato” su cui rovesciare le cattive abitudini di un sistema malato – la ruota tornerà a girare come prima. Coi soliti protagonisti e i medesimi costumi. A partire dalla selezione dei manager.


