La Finanziaria entra nella fase finale dopo una lunga notte di trattative. Circa settanta articoli sono stati stralciati dal testo originario, trasformando la manovra da “libro dei sogni” dei deputati in un provvedimento molto più snello: dai 134 articoli approdati a Sala d’Ercole si è scesi a poco più di quaranta – ma a che serve il lavoro della commissione Bilancio? – con l’obiettivo di arrivare a un via libera rapido sulle norme condivise e rinviare tutto il resto a un successivo disegno di legge, forse due, da discutere a gennaio.
Il braccio di ferro, andato avanti fino alle tre di notte, ha visto contrapporsi i proponenti delle singole misure e una maggioranza trasversale che, insieme alle opposizioni (Pd, M5S e Sud chiama Nord), ha imposto una drastica “dieta dimagrante” alla manovra. Alla fine, l’aula ha alzato bandiera bianca: il presidente dell’Assemblea , Gaetano Galvagno, ha rinviato la seduta, fissando la ripresa dei lavori a mezzogiorno.
Le misure considerate strutturali o condivise sono state messe in salvo – dagli incentivi alle imprese e al South working, alle Zes, dal bonus edilizio regionale fino ad alcuni interventi sul terzo settore, sui beni confiscati alla mafia e sulla stabilizzazione dei trattoristi Esa – mentre tutto ciò che rischiava di spaccare l’aula è stato accantonato. Non sono mancati, però, segnali politici pesanti. Il voto segreto ha affossato due norme targate FdI legate all’assessorato al Territorio, facendo emergere ancora una volta il ruolo decisivo dei franchi tiratori (leghisti?).
Per evitare nuovi incidenti, la strada scelta è stata quella dello stralcio massiccio: via, almeno per ora, contributi ai consorzi universitari, aumento delle indennità ai presidenti delle province, misure agricole care a Sammartino, interventi sui danni da fauna selvatica e una serie di norme “microsettoriali e territoriali” (come le hya definite Galvagno). Provvedimenti destinati, nelle intenzioni, a riemergere più avanti, forse dopo il rimpasto di giunta che continua a circolare nei corridoi di Palazzo.


