L’Italia è ripartita. Dopo oltre due mesi di lockdown, le città hanno si sono svegliate, intanto, con i bar aperti. Papa Francesco, dando avvio alla messa sulla tomba di Giovanni Paolo II nel centenario della nascita del pontefice polacco, ha riaperto questa mattina la celebrazione di liturgie con il pubblico nella Basilica di San Pietro, in coincidenza con quanto accade nello Stato italiano. Nella cappella della tomba del Papa santo sono presenti circa 30 persone, ben distanziate sui banchi. Presenti insieme al Papa anche i cardinali Angelo Comastri e Konrad Krajewski e i monsignori Piero Marini e Jan Romeo Pawlowski.

Boom di acquisti nei negozi e nei centri commerciali a Palermo, dopo la lunga pausa legata al lockdown. Con un occhio rivolto alla nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Musumeci che recepisce il Dpcm del governo, sia pure con alcune restrizioni. Ad essere presi d’assalto sono stati sopratutto grandi magazzini e centri commerciali. Al Forum, nel quartiere palermitano di Brancaccio, che riunisce 130 negozi, la stima è di 16 mila ingressi previsti in tutta la giornata. Code anche alla Rinascente, sulla centrale via Roma, dove gli acquisti sono andati a ruba grazie a un doppio sconto del 50% e poi di un ulteriore 30%. L’obbligo di mascherine e l’utilizzo dei guanti per provare la merce non sembrano dunque avere scoraggiato i clienti.

Riaprono anche ristoranti e pizzerie. “Sono settimane che lavoriamo per arrivare a questo momento”, afferma Carmelo Grigliè che gestisce insieme a Giovanni Monforte il ristorante pizzeria Arte e Tradizione alla Kalsa a Palermo. “Riapriremo per ridare un servizio anche migliore alla nostra clientela. Definiremo in queste ore gli ultimi dettagli”, dice Filippo Ventimiglia, chef e titolare insieme a Gabriele Amato del ristorante Quattroventi. Non tutti i locali alzeranno le saracinesche. “Servono degli scudi per garantire di potere lavorare in serenità. Uno contro le denunce e le richieste di risarcimento da parte dei clienti in caso di infezione. La responsabilità civile e penale non può ricadere su di noi”, dice Gigi Mangia, titolare di un noto ristorante in via principe di Belmonte, il “salotto” di Palermo.

Ma c’è anche chi pensa a nutrire lo spirito, con la ripresa delle funzioni religiose. “Oggi finalmente da quel lontano 9 marzo ricominciamo a dire messa con il popolo dei cattolici in chiesa”, dice Fra’ Gaetano Morreale, parroco della Chiesa di Sant’Antonino a due passi dalla stazione centrale di Palermo, mentre predispone gli ultimi preparativi per accogliere di nuovo i fedeli. “Siamo pronti. Abbiamo rispettato alla lettera i protocolli. – afferma il sacerdote – Abbiamo ridotto i posti da 230 ad appena 70. I fedeli saranno distanziati. La comunione verrà data sul posto. Non ci sarà processione eucaristica né scambio della pace”. Ma oltre al palato e all’anima adesso si può anche pensare all’aspetto fisico. E se è prevista per il 25 maggio la riapertura di piscine e palestre, intanto ci si può dedicare a sistemare barbe e capelli. Riaprono parrucchieri, barbieri e centri estetici che sono stati presi d’assalto, registrando il “tutto esaurito” e richieste di prenotazioni con attese di almeno una settimana. (Ansa)

Ecco il testo del decreto firmato dal presidente della Repubblica Mattarella:

A decorrere dal 18 maggio 2020, cessano di avere effetto tutte le misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale, tali misure possono essere adottate o reiterate, solo con riferimento a specifiche aree del territorio medesimo interessate da particolare aggravamento della situazione epidemiologica. Fino al 2 giugno 2020 sono vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti interregionali possono essere limitati solo con provvedimenti adottati, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree. Fino al 2 giugno 2020, sono vietati gli spostamenti da e per l’estero, con mezzi di trasporto pubblici e privati, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti da e per l’estero possono essere limitati secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e degli obblighi internazionali. Gli spostamenti tra lo Stato della Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni con essi rispettivamente confinanti non sono soggetti ad alcuna limitazione. È fatto divieto di mobilità dalla propria abitazione o dimora alle persone sottoposte alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria in quanto risultate positive al virus COVID-19, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata. La quarantena precauzionale è applicata con provvedimento dell’autorità sanitaria ai soggetti che hanno avuto contatti stretti con casi confermati di soggetti positivi al virus COVID-19. È vietato l’assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Il sindaco può disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Le riunioni si svolgono garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Le funzioni religiose con la partecipazione di persone si svolgono nel rispetto dei protocolli sottoscritti dal Governo e dalle rispettive confessioni contenenti le misure idonee a prevenire il rischio di contagio.

Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In assenza di quelli regionali trovano applicazione i protocolli o le linee guida adottati a livello nazionale. Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida, regionali, o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con cadenza giornaliera l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. I dati del monitoraggio sono comunicati giornalmente dalle regioni al Ministero della salute, all’Istituto superiore di sanità e al comitato tecnico-scientifico. In relazione all’andamento della situazione epidemiologica sul territorio, la Regione, informando contestualmente il Ministro della salute, può introdurre misure derogatorie, ampliative o restrittive.

Salvo che il fatto costituisca reato diverso da quello di cui all’articolo 650 del codice penale, le violazioni delle disposizioni del presente decreto, ovvero dei decreti e delle ordinanze emanati in attuazione del presente decreto, sono punite con la sanzione amministrativa di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19. Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni. Le misure di cui al presente decreto si applicano dal 18 maggio 2020 al 31 luglio 2020.

Ecco le regole sul distanziamento sociale, imposte dal nuovo decreto (SCARICA LE LINEE GUIDA).

Bar e ristoranti
Niente più buffet, per il resto i locali potranno riprendere il servizio purché sia sempre garantita la distanza di un metro tra clienti (ma su questo la Regione Campania intende essere più fiscale, imponendo la distanza di un metro tra i tavoli). Si consiglia di privilegiare la prenotazione e il servizio all’esterno, favorire il ricambio d’aria ed escludere la funzione di ricircolo dell’aria per i condizionatori. Mascherina obbligatoria sia per il personale che per i clienti, quando non sono seduti al tavolo.

Stabilimenti e spiagge
Anche al mare, la distanza minima tra le persone è sempre di un metro, ma intorno a ogni ombrellone dovranno esserci 10 metri quadri, all’incirca 3 metri lineari tra un ombrellone e l’altro. Tra lettini e sdraio, che dovranno sempre essere disinfettati a ogni cambio di persona e a fine giornata, il distanziamento deve essere di 1 metro e mezzo. Sì a racchettoni, nuoto, surf, mentre per gli sport di squadra come il beach volley sarà necessario rispettare le disposizioni delle autorità superiori (al momento sono ancora vietati). Per le spiagge libere, ci si affida alla responsabilità individuale, ma si suggerisce la presenza di addetti alla sorveglianza.

Alberghi e agriturismi
Attenzione concentrata su aerazione e ventilazione: garantire periodicamente l’aerazione naturale, aumentare la manutenzione e sostituzione dei filtri, cambiare l’aria da un’ora prima a un’ora dopo l’accesso del pubblico. Nelle zone con minore ventilazione, come i corridoi, evitare lo stazionamento delle persone. Anche in ascensore sarà necessario mantenere la distanza interpersonale. Tutti dovranno usare sempre la mascherina.

Parrucchieri, barbieri ed estetisti
Sono tra gli esercizi più delicati, obbligando operatori e clienti alla prossimità. Obbligatorio dunque l’uso di mascherine senza valvola e visiere protettive per gli estetisti. Vietati l’uso di sauna, bagno turco e idromassaggio. Non sarà consentito trattenersi nei locali se non per il tempo necessario al servizio. Dunque, niente chiacchiere con il barbiere e gli altri clienti mentre si attende il proprio turno.

Abbigliamento
Come in tutti i negozi, tutti a distanza di un metro e con la mascherina. Inoltre a tutti dovranno essere forniti guanti per toccare i vestiti da provare.

Piscine
Le norme si riferiscono alle piscine pubbliche, ai parchi acquatici e a quelle inserite in agriturismi e campeggi. Premesso che bisogna sempre garantire il distanziamento di 1 metro, negli spogliatoi gli indumenti e gli effetti personali vanno sempre chiusi nella borsa, evitando la promiscuità degli armadietti. Sia nelle aree solarium che in acqua si calcola un’area di 7 metri quadri a persona. Come in spiaggia, lettini, sdraio e ombrelloni vanno disinfettati a ogni cambio turno e a fine giornata. Le piscine finalizzate a giochi acquatici, come quelle degli acqua park, vanno riconvertite in vasche per la balneazione.

Palestre
La distanza interpersonale diventa di 2 metri durante l’attività fisica. Anche in questo caso, particolare attenzione all’aerazione e alla promiscuità negli spogliatoi.