Si sono lette delle belle pasciute ironie alla notizia di Matteo Renzi in procura a Firenze a renzeggiare, un po’ ganassa, tipo mani in tasca all’esordio da premier in Senato, e al solo immaginarmelo davanti alla procura schierata, a trattarla da pari, per me è già Natale. Finora s’erano viste due strategie di difesa, nella smania bipolaristica dette una buona e una cattiva: dal processo e nel processo. La seconda è appartenuta a Giulio Andreotti, accusato di essere a capo della mafia e di avere ordinato l’omicidio di Mino Pecorelli, perché in questo paese è passato per normale, anzi per eroico, spacciare un ex capo di governo nella versione gibbosa e sulfurea di Al Capone. Poi assolto, ma vabbè, tutti bravi bravissimi, la magistratura che non si ferma davanti a nulla, lo statista inchinato alle istituzioni a difendersi nel processo con istituzionale contegno. Continua sull’Huffington Post