“Musumeci dice di essere pronto a fare un passo di lato se il suo nome dovesse risultare divisivo? Ha ancora dubbi? Sta facendo sciarriare tutta la Regione. Ha fatto moltissimi errori e continua a fare la vittima. Altro che “fuoco amico” di cui parla. E’ stato il primo nemico di se stesso”. Lo ha detto Gianfranco Micciché, coordinatore regionale di Forza Italia. Il quale chiede chiarezza a Musumeci anche su un altro aspetto: “Musumeci deve parlare chiaro, senza metafore. Lo dicesse chiaramente quali sono le palle che non si possono toccare. Vorrei proprio capire queste palle avvelenate quali sono”.

Il presidente dell’Ars, poi, rivendica un candidato di Forza Italia: “Da 30 anni siamo il primo partito e non abbiamo mai avuto il Presidente della Regione. Io ho sempre preferito l’unità pur di andare avanti e vincere. Ma ora c’è un sentimento diffuso palermitano che chiede in maniera ferma la candidatura di Palermo perché non l’ha mai avuto. Ora tocca a noi”. Un identikit? “Deve essere di FI, palermitano. E donna”. L’ipotesi Stancanelli per il momento non prende quota: “Dire fin da adesso che il nome del candidato unitario spetti a Fratelli d’Italia, stona, fatico a comprenderlo”.

Sull’ipotesi al femminile interviene subito Cateno De Luca: “Miccichè ha volutamente bruciato il nome di Raffaele Stancanelli e lo ha fatto perché infastidito dai rapporti di amicizia che lo legano sia a me che a Luca Sammartino”. E ancora: la donna a cui ha fatto riferimento, secondo l’ex sindaco di Messina, “è Patrizia Monterosso, la presidente della Fondazione Federico II. Ma potrebbe esserci anche un’altra donna del mondo della sanità privata (Barbara Cittadini, ndr), il cui nome al momento non vi svelo. Il popolo siciliano deve sapere che la banda bassotti oggi è protagonista di una vera faida. Miccichè sta puntando tutto sulla Monterosso e seguendo il manuale Cencelli siciliano lui vorrebbe per sé l’assessorato ai Beni Culturali, a me aveva proposto la presidenza del Parlamento o in alternativa la vicepresidenza della Regione, ma come ho detto più volte e ribadisco ancora io non ci sto. A Miccichè anzi dico che è il momento che la smetta con questi teatrini. A questo punto gli chiedo: dal momento che ancora una volta vuoi avere il controllo, perché non ti canditi direttamente? Perché una volta per tutte non svesti i panni del puparo e ti metti in gioco per quello che sei?”.

Sul fronte FdI interviene anche Ignazio La Russa, il colonnello della Meloni: “Ho letto le odierne esternazioni di Gianfranco Miccichè che arricchiscono la mia personale collezione delle sue stravaganti dichiarazioni che passano dall’elogio sperticato a Musumeci – di tempi non così lontani – al suo opposto, con auto candidatura a presidente della Regione, passando per un endorsement tacito a un esponente catanese di FdI e poi finire con l’arroccamento ‘palermitana, donna di Forza Italia’. Il tutto, condito non dall’esame di cosa serve ai siciliani, bensì da un ‘dotto’ (?) esame sul carattere, la psicologia, le simpatie/antipatie… di Nello Musumeci”. “Gianfranco Micciché, con cui riesco a continuare ad avere un rapporto amichevole, sono certo che si inalbererebbe se qualcuno (magari professionalmente più adeguato) volesse esaminare i suoi atteggiamenti, le sue intemperanze, le sue abitudini e, in sintesi, la sua psiche per trarne conseguenze politiche – attacca La Russa -. E farebbe bene a dolersene. Ma forse farebbe meglio a non guardare la pagliuzza negli occhi dell’altro. Il centrodestra siciliano non merita quello che Musumeci chiama ‘fuoco amico’. Siamo ancora in tempo”.

Nei giorni scorsi Miccichè ha incontrato a cena Stancanelli, che resta il candidato di riserva se Musumeci non dovesse essere della partita. Benvoluto dai vertici del suo partito, l’europarlamentare deve trovare una “chiave” per rientrare nel cuore della Meloni, da cui era parzialmente uscito dopo il pranzo a Catania con Lombardo e lo stesso Miccichè. Un covo di No-Nello. Anche la Lega, la prossima settimana, dovrebbe iniziare a confrontarsi sulle strategie per le Regionali. Il segretario Minardo, come riporta ‘La Sicilia’, incontrerà i dirigenti del Carroccio per poi recarsi a Roma, da Salvini, per un doppio vertice: il secondo prevede la presenza di Raffaele Lombardo.

L’ex governatore non gioca un ruolo da comprimario. Il centrodestra deve trovare la soluzione migliore per trattenerlo, dato che sull’altra sponda – nel centrosinistra – Lombardo è allettato dalla candidatura di Caterina Chinnici per le primarie del campo largo. Per restare a destra non basterà una buona parola di Salvini: servirà un contender di rilievo. Anche in questo caso la scelta è vasta: da Stancanelli, vecchio amico d’infanzia, passando per Nino Minardo e Massimo Russo, il suo ex assessore alla Salute. Anche se il partito per il momento nicchia e spiega, in una nota, che “il Mpa non ha avanzato candidature, né posto veti (tanto più nei confronti di Nello Musumeci)”.