L’Assemblea regionale siciliana ha approvato, con 27 voti favorevoli e 21 contrari, una norma che impone alle aziende sanitarie pubbliche dell’Isola di assumere medici non obiettori per garantire l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Il provvedimento, proposto dal Partito democratico e inserito all’interno di un disegno di legge più ampio in materia sanitaria, è passato grazie al voto segreto, che ha rivelato divisioni nella maggioranza di centrodestra, con almeno una decina di franchi tiratori.

La norma prevede concorsi dedicati esclusivamente ai medici non obiettori e obbliga le Asp a sostituirli tempestivamente in caso di cambio di orientamento, così da assicurare la continuità del servizio nei reparti ospedalieri. Il promotore della proposta, il deputato dem Dario Safina, sottolinea che si tratta di una misura di responsabilità per garantire il diritto delle donne all’aborto.

Il ddl contiene anche altre disposizioni, tra cui l’aumento del 10% del budget di salute destinato ai disabili psichici, per finanziare progetti terapeutici individualizzati. Inoltre, su iniziativa del M5S, è stato introdotto l’obbligo per l’assessore regionale alla Salute di presentare annualmente una relazione sull’utilizzo di questi fondi alla commissione sanità dell’Ars.

Il voto ha evidenziato le solite fratture nella maggioranza e in Forza Italia. Il PD lo interpreta come un segnale chiaro della crisi della coalizione di governo, mentre per alcuni esponenti del centrodestra, come Salvo Tomarchio (FI), si è trattato solo di un voto di coscienza e non di uno sgarbo all’esecutivo.