“Sulla spalmatura del disavanzo in 10 anni voglio anzitutto ricordare a coloro i quali soffrono di memoria corta che quella voragine, fu causata da un governo di sinistra e segnatamente dal governo Crocetta che, in quel momento a braccetto con il Movimento 5 stelle Siciliano, ha pensato bene, con il suo alfiere toscano Baccei, di svendere la Sicilia a Roma”. Così in una nota il parlamentare della Lega all’Ars Vincenzo Figuccia, coordinatore provinciale del partito a Palermo. “Di fatto – spiega il deputato del Carroccio, spegnendo gli entusiasmi (anche) di Musumeci e Armao – l’accordo imposto dal governo romano puzza del peggiore ricatto e mette alla Sicilia e ai siciliani un cappio al collo, pregiudicando gravemente la ripresa economica regionale. Infatti, dalla lettura del testo e delle tabelle risultano tagli sanguinosi in molti settori, ivi compresi quelli inerenti la sanità, le partecipazioni societarie, i forestali, i consorzi, il personale regionale. Si consuma la restituzione di un debito che in realtà era un credito considerato non esigibile dallo Stato. Altro che condono. In sfregio alle nostre disposizioni statutarie che riconoscono alle casse siciliane l’intero gettito delle imposte dirette ed indirette di competenza della Regione, oggi tutto viene interamente riversato nelle casse della Tesoreria. Una vergogna di Stato che ai giorni nostri trova l’appoggio di PD e 5Stelle”. “Insomma, un meschino bere o affogare con buona pace del dramma che i Siciliani stanno vivendo in uno dei periodi più drammatici della storia d’Italia. In queste condizioni mi chiedo se sia stato giusto accettare e con quale spirito le parti abbiano potuto sottoscrivere un patto che rischia di sacrificare ulteriormente il futuro della nostra terra”.