A Palazzo dei Normanni si litiga per il Covid e per la presenza, in commissione Salute, del comitato tecnico scientifico siciliano. Che le opposizioni, Pd e Movimento 5 Stelle, avevano richiesto a gran voce di ascoltare. Un’ipotesi a cui l’assessore Razza, però, non può accondiscendere, dal momento che il Cts “è un organismo consultivo del presidente della Regione vincolato a obblighi di riservatezza”. Il diniego – mentre erano già in collegamento il presidente dell’Ordine dei medici Toti Amato e il numero uno del Cts, Salvatore Scondotto – ha sollevato un polverone e la nota congiunta dei due capigruppo, Pasqua (M5s) e Lupo (Pd): “Il comitato tecnico scientifico e Razza hanno qualcosa da nascondere sulla strategia anti-Covid? A pensar male parrebbe di sì se è vero, come è vero, che l’assessore alla Salute ha impedito che i componenti del comitato fossero presenti oggi all’audizione prevista in commissione Salute”.

“L’assessore, che sul Cts non ha alcun titolo, ha addotto presunte ed ingiustificate ragioni di riservatezza. Di cosa ha paura? I siciliani non hanno diritto di sapere in che situazione versa la Sicilia sulla situazione Covid? Tutto questo ha del surreale – spiegano i due capigruppo, insieme ai deputati Salvatore Siragusa, Francesco Cappello, Antonio De Luca, Giuseppe Arancio e Antonello Cracolici – perché per la prima volta una commissione parlamentare viene privata di fatto del diritto di esercitare il proprio ruolo. È un brutta pagina per il parlamento regionale siciliano che non può essere succube di un governo dispotico e autoritario, che pretende di imporre provvedimenti unilaterali e senza contraddittorio”.

“Solo in un secondo momento – raccontano i deputati M5S e Pd – è stato comunicato che due componenti del Cts potranno essere auditi e solo per una mediazione del Presidente dell’ARS Miccichè. Una mini retromarcia che rispediamo al mittente che rimarca la supponenza di questo assessore che pretende di fare il bello e il cattivo tempo. La cosa assurda è che Razza non ha poteri di gestione sul Cts, in quanto è Musumeci il commissario per l’emergenza Covid, e pertanto venga lui a riferire in commissione insieme ai componenti del Cts”.

La replica di Razza non si è fatta attendere: “L’intero Comitato Tecnico Scientifico non viene convocato in commissione parlamentare neppure dal Parlamento nazionale. L’onorevole Lupo e i deputati del M5S, per trovare ulteriori conferme, facciano due telefonate ai loro colleghi al governo centrale e chiedano. Domani saranno comunque ascoltati dalla Commissione Salute all’Ars sia il responsabile del Cts regionale, sia altri rappresentanti. Nulla da nascondere, anzi, ricordo che a differenza del Comitato tecnico scientifico nazionale, tutti gli atti del Cts siciliano sono sempre stati nella disponibilità di chiunque. Considerato il momento delicato che tutto il Paese sta attraversando, facciamo nostro l’appello lanciato appena poche ore fa dal presidente Sergio Mattarella ad una responsabilità collettiva e finiamola con polemiche senza senso che nocciono alla nostra comunità”.

Ma anche da ambienti della maggioranza arriva un monito. Porta la firma di Marianna Caronia e Carmelo Pullara, capogruppo dei Popolari e Autonomisti: “Se fosse confermato che l’assessore Razza ha vietato ai componenti del comitato scientifico che supporta la Regione per l’adozione delle decisioni relative al Covid-19 di partecipare ai lavori della commissione ARS per non divulgare “notizie sottoposte a segreto”, sarebbe un fatto gravissimo. Intanto perché viene da chiedersi quali siano i segreti che il Parlamento e quindi i cittadini non devono conoscere e poi perché un assessore non può “costringere informalmente” dei cittadini, per quanto componenti di un Comitato da lui nominato, a violare apertamente il regolamento dell’Assemblea regionale siciliana”. “Quanto avvenuto stamattina in VI Commissione – concludono Caronia e Pullara – è inaudito nella storia parlamentare e getta un’ombra sul comportamento e sulle scelte del Governo e dell’Assessorato”. Alla fine è stato raggiunto un compromesso: l’audizione si terrà fra una settimana.

I numeri della Sicilia: dieci morti

Sono 574 i nuovi positivi al Covid-19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore. Salgono così a 7.497 gli attuali contagiati e passano a 619 i ricoverati in ospedale con un incremento di 26 ricoveri rispetto a ieri. Di questi 77 si trovano in terapia intensiva, 5 in più rispetto a ieri, mentre sono 542 i ricoveri in regime ordinario, 21 in più di ieri. Sono 6.878 le persone in isolamento domiciliare. I tamponi eseguiti sono 8.131. Anche oggi si registrano nuove vittime: 10 decessi che portano il totale a 378. I guariti sono 86. Sul fronte della distribuzione territoriale sono 202 a Catania e 137 i nuovi casi a Palermo; 62 a Trapani; 44 a Ragusa; 35 a Siracusa; 28 a Messina e 28 anche a Enna; 22 ad Agrigento; 16 a Caltanissetta.

Mille positivi individuati dai test rapidi

In tutta l’Isola, al momento, circa un migliaio i casi di positività al Coronavirus rintracciati attraverso l’impiego dei cosiddetti tamponi rapidi, già in uso da alcune settimane. Lo comunica l’assessorato regionale alla Salute in una nota. La Sicilia, grazie a un proprio approvvigionamento, è stata infatti tra le prime Regioni a dotarsi di una fornitura di due milioni di test messi a disposizione delle nove Aziende sanitarie provinciali e delle strutture ospedaliere. In particolare, i tamponi rapidi vengono già utilizzati per tutte le azioni di contact tracing delle Usca (scuole, ricerca e tracciamento dei cluster, focolai nelle zone rosse, etc) negli aeroporti internazionali, nei pronto soccorso e in altri reparti e a bordo dei mezzi in uso al personale dell’emergenza-urgenza.

I tamponi rapidi sono stati già adoperati nella campagna attiva gratuita sulla popolazione in corso nelle isole minori. E’ di stamani, ad esempio, il dato diffuso dall’Asp di Trapani relativo all’arcipelago delle Egadi dove su un campione di 855 cittadini che ha aderito ai test sono stati individuati quattro soggetti positivi. Va ricordato che, come da protocollo, i casi positivi rintracciati mediante i test rapidi devono essere poi confermati dal tampone molecolare e solo dopo inseriti nei report dell’Istituto superiore di Sanità per il consueto bollettino quotidiano nazionale. I tamponi rapidi, ad oggi, infatti non sono conteggiati nel rapporto diffuso giornalmente dal ministero della Salute, se non convalidati proprio dal test molecolare.