L’ordinanza di Nello Musumeci, che da oggi porta in zona arancione 8 comuni del Siracusano, oltre a Catenanuova (Enna), fa discutere. Il presidente della Regione, che ha previsto una proroga pure per Niscemi e Barrafranca, è finito ancora una volta nel mirino di quattro deputati della Lega, che si accaniscono contro il provvedimento: “Se l’obiettivo era quello di togliere valore al green pass nazionale, fornendo ulteriori alibi a chi persevera nel protestare contro il suo utilizzo, la recente ordinanza del Presidente della Regione, ha pienamente raggiunto il suo obiettivo”, scrivono i deputati Cafeo, Caronia, Pullara e Sammartino.

“Il paradosso di un’ordinanza pensata male e scritta ancora peggio permetterebbe ad un cittadino munito di green pass di ignorare gran parte delle limitazioni imposte dall’ordinario regime di zona arancione, come il coprifuoco o l’invalicabilità dei limiti del comune interessato dal provvedimento – spiegano i quattro parlamentari – consentendogli anche di andare al ristorante fino alle 22, in virtù di specifica deroga, ma non di partecipare ad un matrimonio o ad un banchetto in generale, nonostante l’obbligo di green pass sia stato introdotto proprio per gli eventi di questo tipo”. Nei comuni in zona arancione, fra l’altro, matrimoni e banchetti sono vietati.

“Entrando in vigore il primo sabato di settembre, tradizionalmente uno dei mesi più scelti dalle coppie per sposarsi, l’ordinanza di fatto crea un danno immediato proprio a chi aveva organizzato il matrimonio pensando di essersi lasciato alle spalle ogni problema grazie all’obbligo del green pass – continuano i quattro deputati della Lega – ma che dall’oggi al domani si ritroverebbe costretto come minimo a spostare la data se non addirittura a cancellare i festeggiamenti”. Anche i sindaci investimenti recentemente dalla zona arancione non nascono il proprio malumore. Mentre la Regione, ieri, ha diramato le cosiddette Faq (frequently asked questions) per chiarire i termini dell’ordinanza. In uno dei passaggi si spiega che sono consentite le feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, all’aperto o al chiuso, anche organizzate mediante servizi di catering e banqueting. Il limite massimo dei commensali al tavolo è di quattro persone, limite non valido per i conviventi. Le superiori attività – però – devono svolgersi nel rispetto dei protocolli e delle linee-guida vigenti e sono consentite esclusivamente ai soggetti muniti di valida certificazione verde”.

I soggetti muniti di valida certificazione verde possono accedere anche ai centri termali, ai parchi tematici e di divertimento, ma anche a sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò (che invece sono precluse ai non possessori). Così come ai musei, ai luoghi della cultura e agli spettacoli aperti al pubblico. Nella lista dei luoghi ‘esclusivi’ sono incluse pure le palestre e le piscine, mentre restano fuori attività commerciali e strutture ricettive.  Per quanto riguarda bar e ristoranti, invece, “l’orario di chiusura prescinde da quello previsto per il “coprifuoco”. L’attività di ristorazione, dalle ore 22 alle ore 5 del giorno successivo, è consentita esclusivamente in favore dei clienti muniti di certificazione verde valida”. Gli altri a nanna.

Musumeci chiede più controlli ai prefetti

“Senza l’apporto dei prefetti tutto sarebbe stato più difficile in Sicilia in questo anno e mezzo di pandemia. Lo sanno anche le pietre. Ora, però, serve uno sforzo maggiore: una sorveglianza delle Forze dell’ordine più diffusa ed efficace, che scoraggi gli indisciplinati e alimenti fiducia nelle persone responsabili. Avverto in giro un pericoloso calo di attenzione. È una fase delicata quella che viviamo in questi giorni: se aumentano i contagi, ma non i vaccini, la Sicilia rischia di tornare presto a chiudere. E non possiamo permetterci questo ulteriore sacrificio. Il presidente della Regione ha il compito di adottare le ordinanze, ma farle rispettare spetta al ministro dell’Interno tramite i prefetti. Se tutte le Istituzioni faremo rete la nostra Isola riuscirà a vincere anche questa terribile prova”. Lo scrive il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in una nota inviata ai nove prefetti dell’Isola.