Una relazione stringata, venti minuti appena, per confermare la versione di sempre: quella approvata il 2 maggio, più che una Finanziaria di guerra, si è rivelata una Finanziaria di cartone. L’intervento in aula dell’assessore all’Economia, Gaetano Armao, non ha fugato i dubbi sui tempi d’attuazione delle misure previste dalla manovra. Armao non ha toccato nemmeno il tema dei fondi Poc – su cui poggia l’intera legge – ma ha ribadito alcuni concetti già noti: ad esempio, che la prima tranche, da 400 milioni, sarà operativa non appena la giunta (guarda caso, in serata) completerà l’approvazione del “piano di provvedimenti attuativi”. Bandi, avvisi e procedure in capo ai vari assessorati, che sono propedeutici all’erogazione della liquidità.

Il vicegovernatore ha ribadito che 130 milioni sono destinati alle imprese con meno di dieci dipendenti (attraverso un click-day: chi prima arriva meglio alloggia), 80 al fondo di garanzia Irfis, 75 agli operatori del turismo, 40 alla Crias per l’istituzione di un fondo ripresa artigiani, 60 agli istituti scolastici per l’acquisto di materiale per la didattica a distanza e per un piano straordinario di contrasto alla dispersione. Questioni note dal 23 luglio, giorno in cui è stata approvata la prima delibera – fin qui l’unica – di riprogrammazione.

Armao ha spiegato, inoltre, che è in fase di definizione un’altra proposta di rimodulazione, da 100 milioni appena, di cui metà destinati al “piano facciate”. Soldi che appartengono, anche in questo caso, al Fondo sociale europeo. Restano in sospeso le dinamiche dei fondi Poc: a fine luglio, il ministro Provenzano aveva chiesto alla Regione di accelerare (lo schema, infatti, va approvato dal Ministero della coesione territoriale). Si sono rivelate parole al vento. Infine, ha spiegato Armao, in aggiunta ai 300 già “scongelati” dopo il negoziato con Roma (che ha concesso uno scontro da 780 milioni sul contributo alla finanza pubblica) saranno “liberati” altri 120 milioni.

L’assessore ha accennato alla moratoria dei mutui, che ha permesso alla Regione di ottenere risorse per 13,5 milioni: verranno individuate “due o tre misure per far fronte alle difficoltà delle imprese e delle famiglie più colpite dal Covid”. Mentre, sul bollo auto, ha spiegato che “abbiamo chiesto un approfondimento e una interpretazione per calibrare meglio gli effetti finanziari che rischiano di essere molto gravosi”. Oltre alla sospensione del pagamento – per tutti – fino al 30 novembre 2020, la misura prevedeva l’esenzione per i possessori a basso reddito (sotto i 15 mila euro) di auto fino a 53Kw (circa 1400 cc) o di auto immatricolate ante 2010.

Cinque Stelle: dal governo solo chiacchiere

Dai 100 milioni di i prestiti alle famiglie, ai 300 milioni ai Comuni siciliani, dai 150 milioni di prestiti alle aziende ai 30 milioni previsti per le imprese artigiane, dai 50 milioni per le imprese agricole ai 70 milioni per i bonus alimentari, fino al bonus bollo auto sparito. I deputati del Movimento 5 stelle all’Ars hanno ricordato oggi con questi ed altri cartelli le tante promesse mancate di questo governo, contenute in una Finanziaria “di cui finora non si è visto un solo euro”. “Ci sarebbe piaciuto – afferma il capogruppo Giorgio Pasqua – potere portare in un dibattito le nostre ragioni e quelle dei siciliani che rappresentiamo, ma il governo ha preferito operare in altro modo, negando una discussione che sarebbe stata sacrosanta. Speriamo che torni sui propri passi e ci permetta in seguito di parlare di questa finanziaria che doveva essere d’emergenza e che si è invece rivelata un fallimento, come noi avevamo abbondantemente preannunciato, visto che era stata costruita con i soldi del Monopoli. Finora – conclude Pasqua – il governo ha prodotto solo chiacchiere, peccato che di queste, imprese e famiglie non sanno proprio che farsene”.

“La Commissione Europea – afferma Luigi Sunseri – attende dal marzo/aprile (cioè da quando sono stati approvati i regolamenti UE n. 460/2020 e n. 558/2020) una proposta di riprogrammazione post covid-19, peraltro più volte sollecitata informalmente da Bruxelles. Inoltre, visto che la spesa è ammissibile dal primo di febbraio le misure anti covid-19 potevano già essere lanciate nei mesi scorsi in attesa della successiva notifica alla Commissione della proposta di riprogrammazione. Senza dover far attendere ai siciliani tutti questi mesi. Non occorreva essere dei geni, bastava seguire l’esempio di Puglia, Campania e altre regioni. I bandi e tutte le misure post covid-19 potevano già essere adottati da tempo perché la data di ammissibilità della spesa è retroattiva”.