Altra giornata di trattative frenetiche a palazzo dei Normanni. I lavori d’aula sono stati rinviati a venerdì mattina. Sul tavolo due maxi emendamenti: il primo porta la firma della nuova maggioranza trasversale, di cui fanno parte – oltre a Pd e Movimento 5 Stelle – anche pezzi di Forza Italia (quella vicina a Micciché), Lega, Autonomisti e persino l’Udc. Restano fuori Fratelli d’Italia e Diventerà Bellissima, che starebbero lavorando a un altro maxi emendamento di stampo governativo. La proposta di Armao è di scremare le norme contenute nelle due proposte e accorparle in un solo testo. Ma netto il rifiuto di Pd e Movimento 5 Stelle: “Non parteciperemo a nessuna trattativa per raggiungere l’accordo di un unico maxi emendamento alla manovra Finanziaria. Non conosciamo i contenuti delle proposte del Governo né di altri. Il Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle presenteranno la propria proposta con un maxi emendamento e domani deciderà l’aula”. La seduta, fissata inizialmente per le 11 di stamattina, non è ancora ripresa. Ma in giornata dovrebbe arrivare il via libera.

“Non ci poteva essere epilogo peggiore di questa legislatura. Il dibattito in corso sulla Finanziaria regionale, tra beghe politiche e tentativi di prebende elettorali, è vergognoso. E i problemi reali dei siciliani come sempre vengono messi da parte”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino che auspica “un sussulto di dignità dell’Assemblea regionale siciliana. Si voti una Finanziaria essenziale- afferma Mannino- e si apra subito il confronto con le parti sociali per individuare gli interventi indispensabili e predisporre le opportune variazioni”. Mannino rileva che “siamo ben oltre il non avere un progetto politico, una visione di prospettiva, cosa che abbiamo sempre contestato a questo governo regionale e siamo di fronte a un Parlamento – sottolinea- in cui prevalgono gli interessi elettorali dei singoli deputati e non quelli generali. Quello che sta accadendo è una vergogna- conclude il segretario della Cgil- offensivo nei confronti dei siciliani, delle lavoratrici e dei lavoratori. Chiediamo che si cambi subito registro”.

Lo scenario

Un maxi emendamento alla Finanziaria con il divieto di “procedere a nuove assunzioni, promozioni, modifiche della pianta organica” all’Irfis e in tutti gli enti sottoposti a controllo della Regione siciliana. Con un’estensione ai “provvedimenti di reclutazione in corso”, ad eccezione della sanità. E’ questo il colpo gobbo a cui lavorano le opposizioni, con la complicità di Sammartino (Lega), Calderone (Forza Italia) e Autonomisti in vista del rush finale della Finanziaria. Un modo per infliggere a Musumeci & Friends l’ultima umiliazione della legislatura e anticipare la campagna elettorale in vista del voto di autunno. Sempre che il governatore, ormai assuefatto dalle divisioni (e dalle delusioni) non decida di dimettersi prima.

Uno scenario difficile ma non impossibile. Il cerchio magico del presidente, ormai, comanda solo fuori dall’Ars. A Sala d’Ercole, come di mostra l’azione dei franchi tiratori, non tocca più palla. Ecco che la questione, per stabilire chi ha vinto e chi ha perso, diventa dirimente. La “tagliola” – come racconta La Sicilia in edicola – impedirebbe anche le rotazioni per i manager delle Asp (c’è giù un divieto di procedere a nuove nomine) per premiare quelli più fidati: i direttori generali si trasformeranno in commissari ma resteranno nella stessa azienda. Dovranno terminare, inoltre, gli incarichi di consulenza e assistenza tecnica per presidente, giunta, società partecipate ed enti controllati. Qualche giorno fa è stata bocciata una norma che avrebbe permesso il potenziamento dell’attività di verifica sui carrozzoni con personale esterno.

L’ultimo impedimento previsto dal testo dell’emendamento a cui si è lavorato nella giornata di ieri riguarda l’impossibilità per la Regione di “esercitare il servizio di accertamento e riscossione coattiva dei tributi e delle entrate comunali” (sabotando il bando caro ad Armao) e la sospensione delle procedure di comando del personale sanitario previste dalla Legge regionale n.9 del 2021. Un blocco a 360 gradi che rischia di provocare a Musumeci un effetto stordimento. Ma ciò che colpisce è la trasversalità dell’operazione.

Prima di una lunga sospensione che, mercoledì pomeriggio, si è tramutata in rinvio, l’aula aveva approvato i contributi per le Zes, salutato con soddisfazione dall’assessore Turano; la possibilità per i lidi balneari di ottenere la concessione di una licenza o un subentro anche in assenza di presentazione del Durc, cioè del documento unico di regolarità contributiva; e il sostegno al reddito dei precari (16 milioni per gli Asu, 38 per gli ex Lsu, 31 per i Pip). Anche se il provvedimento sugli Asu, con 15 milioni destinati alla stabilizzazione, hanno fatto sbottare il Pd. Sull’articolo 36 della scorsa Finanziaria, che prevedeva la fine del precariato, si pronuncerà la Corte Costituzionale il prossimo 7 giugno. La norma era stata impugnata dal Consiglio dei Ministri. “Ci aspettavamo una proposta vera in seno alla Finanziaria, anzitutto sulle coperture, perché anche il testo base e l’articolo non fanno chiarezza sui famosi 15 milioni che dovrebbero esserci a sostegno della stabilizzazione degli Asu – sostiene il deputato del Pd, Anthony Barbagallo -. Il 7 giugno si pronuncia la Corte Costituzionale e nel caso in cui in cui la pronuncia sia favorevole, occorre la copertura di 15 milioni per il 2022. La copertura e l’appostamento delle somme dove abbiamo chiesto sia in sede di discussione generale e continuiamo a chiederlo ora. Non è il momento di emendamenti farlocchi”.

Micciché: nessuna riunione segreta sugli emendamenti

“Nessuna riunione segreta, come leggo sulla stampa. Ieri negli uffici della Presidenza, come concordato nella precedente riunione dei capigruppo alla presenza del Governo, ho incontrato uno per volta tutti i gruppi dell’Assemblea tranne Diventerà Bellissima, che dovrei vedere stamattina, come d’accordo con il capogruppo Aricò”. Così, in una nota, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. “In ogni singolo incontro abbiamo analizzato tutti gli emendamenti presentati (oltre mille) – spiega -. Capisco che non tutti siano andati via felici, avendo precedentemente deciso di limitare al massimo il numero degli emendamenti da sottoporre all’Aula. Mi dispiace in particolar modo per quei gruppi le cui proposte erano oggettivamente difficili da accettare per motivi regolamentari, ma il metodo che ci siamo imposti è stato lo stesso per tutti, dal M5S ad Attiva Sicilia, dal PD al gruppo misto”.

“Comunico inoltre che stamattina ho già fissato un incontro con il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, proprio per armonizzare il lavoro che si è fatto in questi giorni. Come sapete – sottolinea Miccichè – tutto ciò si è reso necessario avendo dovuto escludere i lavori nelle commissioni e considerato il brevissimo tempo a disposizione, da quando la Finanziaria è arrivata all’Ars”. “A mia memoria – conclude il presidente dell’Ars – mai una Finanziaria era stata esaminata in meno di una settimana, avendo iniziato i lavori venerdì scorso e credendo di riuscire a finire oggi. Ma per qualcuno tutto questo è motivo di polemica. Tranquilli, come ripeto da alcuni giorni: ‘E’ sempre colpa di Miccichè’”.