Huffington Post

In Europa Meloni vuole cambiare
tutto ma potrà cambiare poco

Ha suscitato notevole interesse l’intervento di Mario Draghi al Mit di Boston. Non solo perché l’ex premier parlava per la prima volta di politica estera (e non solo) in una sede prestigiosa da quando aveva lasciato la guida del governo. Ma soprattutto perché ha espresso una posizione molto netta. Le sue parole hanno avuto un taglio politico innegabile e come tali si sono rivolte a un ampio ventaglio di protagonisti e comprimari della scena italiana. Draghi in sostanza ha stabilito un nesso diretto tra il futuro dell’Unione europea e le prospettive dell’Alleanza atlantica. Come dire che per molti anni ancora l’Europa avrà bisogno dell’America e quest’ultima a sua volta avrà bisogno di un’Europa compatta e consapevole del proprio destino, che è tutto all’interno della cornice occidentale. Ne deriva che la..

L’anticorruzione contro Salvini
Bocciato il Ponte sullo Stretto

Il Pnrr e l'urgenza di una sua rinegoziazione, l'eccessivo utilizzo di deroghe e le soglie alte nel nuovo Codice dei contratti pubblici, i pericoli del "subappalto a cascata", i freni all’ingresso di donne e giovani nei progetti finanziati dalll'Europa, la non introduzione nel Codice dell’obbligo di dichiarare il titolare effettivo. C'è questo e molto di più nelle 324 pagine della Relazione annuale dell’attività dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, presentata stamane da Giuseppe Busia alla Camera dei deputati. Ma c'è soprattutto una sonora bocciatura del Ponte sullo Stretto. Continua sull'Huffington Post

Meloni si gode il debutto ai Fori
e un’opposizione da sogno

La serenità che non ti dà il governo, impantanato nei dossier chiave del suo mandato, te la dà l'opposizione. Non sarà mancato un sorriso compiaciuto a Giorgia Meloni nello sfogliare la rassegna stampa, con resoconti aggiornati e dettagliati sulla battaglia in corso nel campo avversario. La migliore assicurazione che il suo esordio da presidente del Consiglio alla Festa del 2 giugno - il brindisi "alla Repubblica" della vigilia con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, al Quirinale e le celebrazioni con la parata ai Fori Imperiali - non resterà un unicum. "Un'opposizione da sogno", avrà pensato nel leggere Matteo Renzi che dalle colonne del Giornale randella Elly Schlein che "perderebbe anche le condominiali". Oppure Paola De Micheli sul Foglio e Graziano Delrio sul Corriere della Sera che smontano contenuti e..

Twitter oscura Di Maio. Sospeso
l’account da inviato nel Golfo

Twitter ha sospeso il nuovo account istituzionale di Luigi Di Maio nel ruolo di rappresentante speciale dell'Unione Europea per il Golfo Persico. Il profilo @EUSR_Gulf era stato inaugurato ieri con un tweet in inglese, arabo e farsi per l'insediamento dell'ex ministro degli Esteri italiano. Un portavoce del Servizio di Azione Esterna della Commissione, interpellato per un commento, ha dichiarato di "non avere idea" del motivo di questa sospensione e che tocca alla piattaforma spiegare il perché del blocco, che "non ha nulla a che fare con noi o con il lavoro dell'inviato". "Primo giorno in carica come Rappresentante speciale dell'Ue per il Golfo", aveva scritto ieri l'ex 5 stelle nel suo primo tweet, pubblicato anche in arabo e in farsi, nel ruolo di inviato Ue per il Golfo, "Sono pronto..

Il Pd si spacca anche in Europa
sulle armi da dare all’Ucraina

I governi nazionali dell’Unione Europea potranno dirottare le risorse del Pnrr o del fondo di coesione per produrre munizioni. A larghissima maggioranza, l’aula del Parlamento europeo a Bruxelles dà il via libera all’Asap, l’Act in support of ammunition production, presentato qualche settimana fa dal commissario all’Industria Thierry Breton per riempire gli arsenali europei svuotati dalle donazioni di armi all’Ucraina. Ora iniziano i negoziati con il Consiglio (gli Stati membri), ma l’obiettivo è di andare veloce, ‘As soon as possible’, come reciterebbe un’altra versione dell’acronimo Asap, per approvare il tutto in via definitiva alla plenaria dell’Eurocamera a luglio. Ma, nello strascico delle discussioni dei giorni scorsi, il Pd perde pezzi, di fatto si spacca. Non senza malumori verso la segretaria Elly Schlein, che non ha dato indicazioni di voto alla sua..

Meloni über alles. I vincitori già
rilanciano su Covid e premierato

L'altra sera, festeggiando il cappotto elettorale inferto a quel che resta di Pd e Cinque stelle, Giorgia Meloni aveva messo a verbale con un largo sorriso: “Gli italiani apprezzano il lavoro del governo, ci danno un’ulteriore spinta a proseguire nella nostra azione”. Detto. Fatto. Poche ore dopo, nella conferenza dei capigruppo della Camera, la maggioranza ormai senza argini e soprattutto senza opposizione ha piazzato due colpi. Il primo: avanti sparati verso l’approvazione della legge contro la maternità surrogata. L’obiettivo: trasformare l’utero in affitto in un “reato universale”. La data dell’avvio della discussione nell’aula di Montecitorio è il 19 giugno. Il secondo colpo: mettere in calendario, entro il mese, il disegno di legge per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza-Covid. Continua sull'Huffington Post

Rai, al M5s un pezzo di torta
Ecco come l’ha gestita Conte

“I partiti stiano fuori dalla Rai” è un abito che rientra tra i grandi classici indossati dalla politica, sfoggiato dal partito di turno che dall’opposizione guarda il balletto delle nomine di chi detiene in quel momento il potere e non trova di meglio per contestarne le scelte che rispolverare il solito logoro smoking della necessaria e presunta imparzialità della televisione pubblica. Per un attimo fugace è sembrato che i Cinque Stelle avessero deciso di restituirgli smalto e brillantezza. Due lustri fa quando sbarcarono in Parlamento promettevano di rivoluzionare anche viale Mazzini, salvo poi acconciarsi come tutti all’occupazione una volta messo piede nella stanza dei bottoni. E “i partiti stiano fuori dalla Rai” è anche lo straordinario monito che il leader di quel Movimento ormai diventato esso stesso partito ha fatto..

Intervista la viceministra ucraina
Azione disciplinare contro Porro

Nicola Porro dovrà presentarsi, lui o un suo avvocato, il 4 luglio davanti all'Ordine dei giornalisti della Lombardia. Per fare cosa? Per rispondere a chi gli contesta di aver fatto un'intervista. No, quello che è stato appena scritto non è un errore, ma ciò che è accaduto. Il consiglio di disciplina di Milano ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del giornalista, conduttore di Quarta Repubblica su Rete4, perché quando il 22 maggio 2022 ha intervistato la viceministra degli Esteri ucraina Emine Dzhaparova, secondo la tesi di chi si è rivolto all'Ordine, non avrebbe previsto il contraddittorio. In realtà, a riguardare la puntata sorge qualche dubbio anche su questa tesi - in studio c'era il giornalista Toni Capuozzo che ha fatto, per due volte, delle domande critiche all'intervistata - ma..

Un omicidio annunciato. Così Renzi
passa sul corpo di Carlo Calenda

"Renzi è come lo scorpione con la rana, deve ammazzare per forza qualcuno per sentirsi bene". Mariastella Gelmini, esponente di spicco di Azione, ricorre alla favola di Esopo per provare a spiegare la deflagrazione del Terzo Polo. Meglio: la caccia spietata, senza esclusioni di colpi, di Matteo Renzi a Carlo Calenda. Un vero e proprio omicidio pianificato e ora vicino all'epilogo. Roba da horror crime americano. Eppure, la scorsa estate, la strana coppia che prometteva urbi et orbi che non avrebbe litigato mai, che sarebbe andata d'accordo come due sposini in luna di miele, aveva annunciato l'unione tra Italia viva e Azione con interni mirabolanti. “Prenderemo non meno del 15%, Risulteremo decisivi”, azzardava Calenda. “Grazie alla nostra affermazione nessuno vincerà e riporteremo Draghi a palazzo Chigi”, rincarava Renzi. È finita..

Conte teme la bomba atomica
Ma anche di restare senza tg

Dallo spettro di Hiroshima al salotto di viale Mazzini, dall’occupazione dell’Ucraina a quella della Rai. Se tutto il mondo è paese, Giuseppe Conte potrebbe fregiarsi della fascia tricolore nell’eterno gioco di chi con la mano destra lancia accuse incendiarie al potere di turno e con la sinistra tratta per uno strapuntino. Sull’Ucraina “rischiamo l’atomica”, sulla Rai “fuori i partiti”, tuona l’avvocato del Movimento 5 stelle sulle colonne della Stampa, proponendo “gli stati generali della tv per riformarla”. Insomma fuori ma dentro, il governo sarà pure bellicista ma i 5 stelle sul servizio pubblico non lo sono affatto, gli strali e le urla sugli appetiti insaziabili della politica si diluiscono nella necessità di avere qualcosa purchessia, perché è la televisione bellezza, ed è meglio tenerci un piede dentro. Quanto sono lontani..

Gerenza

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