Federica Olivo per HuffPost

I bambini tolti alle famiglie
Nordio vuole i dati dell’Italia

“Dopo anni di bombardamento mediatico contro la società dei consumi, quando una famiglia decide di vivere secondo i criteri di Rousseau si prendono misure estreme”. Parola di Carlo Nordio. Il ministro della Giustizia risponde così a un’interrogazione della Lega sul caso della famiglia del bosco. La famiglia che ha scelto di vivere senza acqua corrente, senza bagno in casa e non mandando i figli a scuola. Il provvedimento di cui parla Nordio è quello dell'allontanamento dei figli - una bimba di otto anni e due gemelli di sei - dalla casa. “Ho chiesto copia degli atti, se emergeranno profili di illegittimità, eserciterò l’azione disciplinare". Ciò che Nordio non dice è che proprio in queste ore è arrivata una nota del ministero a tutte le procure dei minori d’Italia. Si chiede,..

Meloni vede complotti
e fa la guerra ai magistrati

"Non ci riusciranno". Lo dice in chiaro, Giorgia Meloni, attaccando la magistratura e anche l'opposizione che la torchiano sul caso Almasri. Ma, nelle ultime ore che la separano dalle vacanze, la premier lo ripete anche con i suoi fedelissimi. La strategia per gestire i nuovi risvolti della faccenda Almasri - dopo la notizia della richiesta di autorizzazione a procedere per i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e per il sottosegretario Alfredo Mantovano e la simultanea archiviazione della premier - è chiara. L'ha delineata Meloni prima di salutare tutti e partire per la Grecia. Gira intorno a un paio di concetti: anticipare, da un punto di vista comunicativo, le mosse dei magistrati. E ribaltare la narrazione a vantaggio del governo. Continua su Huffington Post

Almasri, Meloni archiviata
ma non Piantedosi e Nordio

Su Almasri scagionata la premier, non i suoi ministri. È direttamente Giorgia Meloni, a sera, a svelare la decisione del tribunale dei ministri sul caso del generale libico ricercato dalla Corte penale internazionali per crimini contro l'umanità. Almasri, lo ricordiamo, era stato arrestato in Italia ma poi liberato nel giro di un giorno e rispedito, con tanto di volo di Stato, in patria. Il governo, nel voler giustificare la decisione - che aveva fatto infuriare la Corte de l’Aja - si è difeso in Parlamento dando più versioni. Incolpando del pasticcio i giudici e non assumendosi, né rivendicando, se non in qualche inciso, alcuna responsabilità politica. Continua su Huffington Post

Atto d’accusa a Sala & C.
Tutta Milano fuorilegge

Ora dopo ora si allarga l'inchiesta milanese sull'urbanistica della città. E non è più un mucchietto di cantieri, un gruppetto di dirigenti comunali o un piccolo numero di imprenditori del mattone ad essere sospettato di aver fatto degli illeciti. Sotto la lente della procura c'è tutto il sistema che ruota intorno all'edilizia del capoluogo lombardo. Sono almeno cento i cantieri sui quali i magistrati stanno indagando, complessivamente. L'inchiesta che sta emergendo in queste ore, infatti, è solo l'ultimo filone di una lunga scia di fascicoli aperti a partire dal 2023. Soltanto nella giornata di ieri sono state acquisite 28 pratiche edilizie, su cui la procura vuole far luce. I magistrati che lavorano all'inchiesta emersa in questi giorni si stanno concentrando in particolare su 9 aree. Si tratta di zone molto..

Il cazzotto dell’amico Trump
Dazi: un disastro per l’Italia

"Dazi al 30%". La notizia dell'arrivo della lettera di Donald Trump all'Unione europea sui dazi, con tariffe molto più alte rispetto a quanto sperava, coglie Giorgia Meloni e i suoi ministri durante il relax postprandiale. Rimbalza di smartphone in smartphone. La prima reazione è lo smarrimento. Il governo è spiazzato. La sua linea, quella della cautela, della mediazione, della speranza nei buoni sentimenti di Trump è stata sconfitta. L'ottimismo ventilato da quasi tutti i ministri competenti, secondo i quali, tutto sommato, i dazi al 10% sarebbero stati anche affrontabili è ormai un lontano ricordo. Perché se il 10% era accettabile, il 30% è insostenibile. Dopo la confusione, arriva una prima timida reazione. Perché davanti all'ignoto, bisogna pur dare un segnale. E che sia, almeno da parte del governo, unitario. Continua..

Delmastro, un incontinente al governo della Repubblica

L’ultima – l’ennesima – l’ha detta a Torino: durante un convegno di Fratelli d’Italia, scovato dalla Stampa, Andrea Delmastro – sottosegretario di Carlo Nordio, ministro della Giustizia nel governo di Giorgia Meloni – ha apostrofato così le toghe: “Il magistrato che dovrebbe sentire pulsioni di giustizia dice che Meloni è pericolosa perché non ha inchieste; questo lo dicono i mafiosi, non i magistrati”. Il riferimento era al caso, che a suo tempo aveva già suscitato dibattito, di un’email che un magistrato di Bologna, Marco Patarnello, aveva inviato a un gruppo di colleghi. A far saltare dalla sedia l’Associazione nazionale magistrati e tutta l’opposizione è stato quell’accostamento tra alcuni magistrati e i mafiosi. Un paragone azzardato e giudicato offensivo dai destinatari. Fatto, probabilmente, anche per rivendicare l’attivismo del centrodestra contro la..

Il decreto Sicurezza comporta
400 anni di carcere in più

È questione di giorni, di mesi al massimo, e un'altra mannaia potrebbe abbattersi sulle carceri italiane, già piene di problemi. E potrebbe portare a un allungamento delle pene per centinaia di persone che in carcere sono già recluse. Di cosa parliamo? Gli effetti del nuovo reato di rivolta carceraria, introdotto dal decreto sicurezza. Il reato era già stato molto contestato sin dalla prima stesura del provvedimento, innanzitutto perché le proteste e le rivolte in carcere sono nella stragrande maggioranza dei casi prodotte dal sovraffollamento e dalla carenza di personale, attività e spazi per i detenuti. In secondo luogo perché è un reato poco chiaro: prevede, infatti, che a essere puniti con una pena da 1 a 5 anni siano coloro che partecipano ad una rivolta non solo "mediante atti di..

Lega. Piantedosi kaput: Salvini litiga con il suo alter ego

L’ombra di Matteo Salvini oppure il suo alter ego. Veniva definito così Matteo Piantedosi nell’autunno 2022, quando il suo nome era stato ufficializzato come futuro ministro dell’Interno. E la Lega ammiccava: "È uno dei nostri". Salvini, in attesa della sentenza del processo Open Arms - nel quale poi è stato assolto “perché il fatto (il sequestro di persona di migranti che non aveva fatto sbarcare) non sussiste” - aveva dovuto rinunciare al suo grande sogno. Quello, per l'appunto, di tornare nel Palazzo nel quale il suo staff (Piantedosi principalmente, che era il suo capo di gabinetto) aveva vergato i due decreti Sicurezza, ai tempi del primo governo Conte. Era contento, l'attuale vicepremier: un suo uomo al Viminale era garanzia della continuazione del suo lavoro. Che le cose non sarebbero andate..

Tajani contro Salvini:
“Basta sfasciacarrozze”

È un botta e risposta che sembra non avere fine quello tra Matteo Salvini e Antonio Tajani. E se ieri la Lega ha attaccato, di fatto, il ministro degli Esteri per la legge che pone un argine alla cittadinanza dei discendenti di italiani nati all'estero, oggi, 30 marzo, è Tajani ad attaccare la Lega. Un attacco indiretto, ma senza esclusione di colpi. Il fulcro della questione è la difesa europea. Sul punto la dialettica è aspra anche perché, come ricordano i forzisti, Lega e Forza Italia fanno parte di due famiglie europee diverse. "Noi siamo, come Fratelli d'Italia, nella commissione europea. La Lega no. Ci importa poco di quello che dicono gli altri. Le visioni politiche sono differenti, anche se nella pratica non lo sono così tanto rispetto a come..

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