Proviamo a ripulire le intercettazioni sugli ultimi scandali dall’inevitabile fuffa e dalle frasi ad effetto. Si arriva subito a due possibili conclusioni. La prima: si conferma la verità che ha accompagnato per secoli il potere in Sicilia, quella che “al di sopra del re c’è il vice re”. E cioè che Totò Cuffaro – da sovrastante di Schifani, re di Palazzo d’Orleans – ha pilotato tutti i giochi di governo e di sottogoverno, dalla ricca sanità fino ai consorzi di bonifica. La seconda: ciò che fino a ieri poteva essere catalogato come semplice clientelismo o come la patologia di un sistema, per la procura di Palermo sottintende un risvolto penale. Il confine tra consorteria politica e associazione a delinquere è diventato labile, quasi inesistente. L’inchiesta su Cuffaro è un avviso a tutti i traffichini annidati nel retrobottega dei palazzi, pagnottisti compresi.