Renato Schifani, dall’ottobre 2023, è commissario per il “Coordinamento degli interventi indicati del Piano di adeguamento e riqualificazione della A19”; a distanza di quasi due anni, l’autostrada è in tilt e costringe a due ore di coda per attraversare l’imbuto che si crea da Bagheria ad Altavilla, passando per Casteldaccia (colpa di tre distinti cantieri); e lui che fa? Minaccia di rimuovere i sub-commissari. Cioè due tecnici a titolo gratuito che lo stesso governatore ha proposto nel gennaio 2024 per farsi “affiancare” (e non sostituire) in questo compito delicatissimo e ingrato: garantire la circolazione dei palermitani su un’arteria da terzo mondo.
Risultato? Gli unici a saltare sono l’ingegnere Sergio Tumminello, libero professionista palermitano di lunga esperienza nella gestione e negli interventi di numerose opere pubbliche, e l’ingegnere Lelio Russo, coordinatore dei commissari straordinari dell’Anas e responsabile della stessa società per i rapporti con il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica per le procedure Via. Due capri espiatori. Non è la prima volta né l’ultima che il controllore esautora i “controllati” per evitare di assumersi la responsabilità di un fallimento. Ma questa soluzione, come in passato, non risolverà alcunché.
Schifani si è accorto soltanto ieri, dopo le centinaia di segnalazioni ai giornali, che quel tratto di strada di 10 km non avrebbe retto al traffico del controesodo in un giorno di festa? Perché non prima? Eppure i cantieri erano stati sospesi in corrispondenza delle festività pasquali e dei successivi ponti (il 25 aprile e 1° maggio), così da rendere “accessibili” i collegamenti da Palermo alle borgate di mare, evitando che una gita fuori porta si trasformasse in un calvario. La stessa cosa, però, non è avvenuta per il 2 giugno, tanto che gli automobilisti hanno fatto rientro a casa solo a tarda notte, dopo aver trascorso intere ore tra lavori in corso e restringimenti di carreggiata; e prima di imbattersi nell’altro budello cittadino, il Ponte Corleone. Festa della Repubblica rovinata. E improperi fino alla prossima ricorrenza.
Né la politica, né Anas, tanto meno il commissario (né, di conseguenza, i sub-commissari) sembrano avere le carte in regola per risolvere un problema atavico. Così si innesca lo scaricabarile. Il deputato del M5s, Luigi Sunseri, ha scritto anche al Prefetto Mariani, invocando una riunione coi soggetti coinvolti: “Tali interventi, realizzati su una tratta strategica per la mobilità della Sicilia occidentale, stanno provocando quotidianamente gravi rallentamenti e blocchi della circolazione – ha detto il parlamentare a proposito delle interruzioni lungo la A19 -. A ciò si aggiungano ulteriori lavori che interessano la Strada Provinciale 88, che collega Bagheria e Casteldaccia, che ne hanno determinato la chiusura parziale, nonché interventi di manutenzione in corso sulla Strada Statale 113, nel tratto tra Santa Flavia e Casteldaccia. Le ricadute su salute, sicurezza e diritti fondamentali degli utenti sono ormai evidenti e non più tollerabili”.
E ancora: “È doveroso ricordare che i lavori insistono su una rete autostradale gestita da ANAS, ma commissariata, con competenza affidata al Presidente della Regione Siciliana, On. Renato Schifani, in qualità di Commissario straordinario. Nonostante ciò, a fronte di una crisi che investe direttamente e pesantemente la vita quotidiana di migliaia di siciliani – già da diverse settimane – non si registra alcun intervento risolutivo da parte del Presidente Schifani. Nessun aggiornamento, nessuna comunicazione, nessuna assunzione di responsabilità concreta”, conclude Sunseri.
L’unico segnale, a margine di una conversazione con l’Ad di Anas, Claudio Gemme, è la revoca dei sub-commissari. Nessuna ammissione di colpa o di responsabilità diretta. Ma neppure oggettiva. Eppure, di fronte alla prospettiva di salutare un nuovo, eccitante traguardo, Schifani non ha mai marcato visita: lo scorso 17 aprile, assieme a Gemme, ha riaperto lo svincolo di Enna (“Come commissario straordinario del governo – disse – sono orgoglioso di restituire ai siciliani un’infrastruttura più sicura e moderna”); nel settembre ’24, invece, aveva riaperto lo svincolo di Termini Imerese con ben 25 giorni d’anticipo rispetto al cronoprogramma stabilito. In quel caso, ringraziava “l’Anas, la ditta esecutrice e i due sub commissari Tumminello e Russo per il loro impegno e la competenza con cui hanno affrontato le difficoltà tecniche e logistiche, permettendoci di raggiungere questo traguardo in anticipo”. Oggi quella fiducia è venuta meno.
Ma forse servirebbe qualcuno che ritirasse le deleghe anche al commissario. Perché la prospettiva, in vista dell’estate, è pessima. Mentre il ministro Matteo Salvini continua a blaterare del Ponte, organizzando passerelle antimafia e promettendo 120 mila posti di lavoro, ogni occasione è utile per ricordarci che il vero problema dei siciliani non è sbarcare a Reggio Calabria – per quello ci sono già i traghetti – ma raggiungere Messina. Che quindici chilometri di coda non sono tollerabili per un paese civile, né per una regione così sofferente.
Alla piaga della siccità, quest’anno, rischia di aggiungersi quella del traffico. Perché la situazione, insostenibile sulla A19, non migliora granché neppure sulle arterie gestite dal Cas: la Palermo-Messina e la Messina-Catania. Mentre i collegamenti ridottissimi di altre province (come Agrigento o Ragusa) ormai non sono considerati una notizia. Pare che l’immobilismo di questo governo regionale sia speculare all’immobilismo a cui – di questo passo – saranno condannati 5 milioni di siciliani e centinaia di migliaia di turisti se solo, l’estate prossima, dovessero scegliere l’Isola come destinazione delle loro vacanze. Più che vacanze, un supplizio. La colpa? Dei sub-commissari, of course.