Un ex assessore ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, si inserisce nella partita del nuovo assessore ai Beni Culturali, che nelle prossime ore il governatore Nello Musumeci dovrebbe nominare al posto del compianto Sebastiano Tusa. Fu proprio Sgarbi, fra l’altro, a indicare il nome di Tusa come suo successore quando scelse di dimettersi della giunta per andare a Montecitorio. Quindi, Musumeci di Sgarbi si fida. In una intervista rilasciata a ‘La Sicilia’, il critico ha bocciato la candidatura di Patrizia Li Vigni, vedova di Tusa: “Non è un posto a cui si accede per eredità o testamento. E poi lui era molto più equilibrato di lei. Da assessore – ricorda Sgarbi – io entrai in contrapposizione con la Li Vigni fino a pensare di toglierla da palazzo Riso”. Sono altri i nomi che ha in mente: “Se dovessimo immaginare un assessore ideale ai Beni culturali in Sicilia non è detto che debba essere siciliano. E su questo Musumeci concorda. Così come sul fatto che deve essere un profilo di alto livello, espressione di una cultura di destra”. Chi? “Marcello Veneziani, ad esempio. Un intellettuale di grande equilibrio, sicuramente più affidabile rispetto alle spigolature di un Pietrangelo Buttafuoco. E poi Camillo Langone: giornalista, scrittore ma ora anche uno che dopo il libro “Eccellenti Pittori” mi fa concorrenza. C’è anche Marina Valensise, ex direttore dell’istituto italiano di Cultura a Parigi”. Fra gli altri suggerimenti di Sgarbi anche Armando Siri, lo stesso Siri indagato per corruzione e costretto a dimettersi da sottosegretario, e Roberto Alajmo “anche se è troppo di sinistra per Nello”.