Boris Johnson in terapia intensiva Il premier britannico si aggrava

epa07694982 British Conservative party leadership contender Boris Johnson reacts during his visit to Nosterfield farm near Ripon, north east England, 04 July 2019. Johnson is one of two Conservative Party candidates along with Jeremy Hunt who are vying to be Britain's next Prime Minister. The winner will be announced on 23 July. EPA/OLI SCARFF / POOL

Precipitano le condizioni di salute di Boris Johnson. Il primo ministro britannico, 55 anni, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva del St Thomas Hospital di Londra, dove era stato ricoverato all’improvviso dieci giorni fa dopo essere risultato positivo al test del Covid-19 e dopo un periodo d’isolamento a Downing Street durante il quale non era riuscito a superare i sintomi dell’infezione.

L’annuncio è arrivato lunedì sera da un portavoce, che – a conferma della gravità della situazione – ha notificato il passaggio di consegne al ministro degli Esteri Dominic Raab per la supplenza temporanea alla guida del governo. “Fin da domenica sera – si legge nella nota ufficiale diffusa da Downing Street – il primo ministro è stato preso in cura dai medici del St Thomas Hospital, a Londra, dopo essere stato ricoverato per sintomi persistenti di coronavirus. Nel corso del pomeriggio le sue condizioni sono peggiorate e, su raccomandazione del suo team medico, è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale”. Il premier, continua Downing Street, “ha chiesto al ministro degli Esteri, Dominic Raab, che è Primo Segretario di Stato, di sostituirlo per quanto necessario. Sta ricevendo cure eccellenti e ringrazia tutto lo staff dell’Nhs (il servizio sanitario nazionale britannico) per il suo lavoro e la sua dedizione”.

BoJo, primo fautore della Brexit, ieri aveva provato a minimizzare la situazione con una serie di tweet, scrivendo di essere stato ricoverato “su consiglio del medico per alcuni esami di routine”, di essere “di buon umore” e in contatto con il suo team. Ma già il Times aveva messo in guardia dall’eccessivo ottimismo, riferendo di un premier costretto a farsi somministrare ossigeno, già da suo arrivo ieri al St Thomas. Alla conferenza stampa di giornata a Downing Street, Raab aveva da parte sua provato a martellare sul refrain che il premier “restava responsabile” dell’azione dell’esecutivo e che la compagine stava lavorando “a manetta” per attuarne le istruzioni. Finché la situazione non è precipitata. A quel punto non è stato più possibile nasconderla. “I miei pensieri vanno a Boris Johnson e a tutto il popolo britannico – ha scritto il premier Giuseppe Conte in un tweet -. Il mio auspicio è per una veloce ripresa. Avete il mio sostegno e quello di tutto il governo italiano. Noi siamo fiduciosi nel fatto che la vostra nazione supererà questo periodo difficile”.

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