L’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò ha ragione di credere che “stiamo riscrivendo la storia della mobilità dei siciliani”. Parole pronunciate a margine della presentazione della nuova scontistica prevista del governo Schifani per i residenti, con l’obiettivo di contrastare il caro-voli. Stavolta non viene annunciata la cifra (potrebbero servire una quindicina di milioni), anche perché nelle casse delle compagnie aeree – stando al piano illustrato da Schifani & Aricò – non entrerà un centesimo. Le agevolazioni verranno concesse direttamente ai cittadini che si saranno premurati, dopo aver staccato la carta d’imbarco, di effettuare la procedura di rimborso su un portale messo a disposizione dalla Regione. Anche questo provvedimento, pertanto, non potrà nulla contro le speculazioni messe in atto dai vettori, specie nei periodi di grande afflusso come il Natale o l’estate.

Alcuni utenti, commentando la “rivoluzione” annunciata da Schifani, fanno notare di essere ancora in attesa dei rimborsi per dei voli utilizzati lo scorso dicembre, quando l’iniziativa del governo venne accolte con le fanfare (“Ditelo che i rimborsi non verranno evasi subito e quanto meno date una risposta a chi vi chiede informazioni al riguardo”, segnala un utente). Ma a queste persone lo staff di Schifani si guarda bene dal rispondere: si limita, sui social, a dare le indicazioni operative per accedere alla prossima carrellata di sconti, che si rivolge a tutti i siciliani e a tutte le destinazioni italiane: non solo Roma e Milano, che continueranno a godere di procedure più immediate e trasparenti (come la possibilità di accedere alla scontistica in fase di prenotazione e direttamente dal sito della compagnia – Aeroitalia, Ita Airways o Wizzair – che aveva partecipato al bando della Regione), ma anche Torino, Verona, Bologna, Napoli eccetera eccetera. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, è arrivato a contarne 26 fra quelle raggiungibili da Punta Raisi.

Ma il provvedimento nasconde altre, naturali insidie. La prima: quanto tempo ci vorrà per ottenere i rimborsi? Non è possibile fare ipotesi – anche se il tenore dei commenti non induce all’ottimismo – ma un piccolo indizio c’è. Si tratta di un paio di decreti di liquidazione del 9 febbraio scorso (rispettivamente da 107 mila euro per le categorie “prioritarie” e di 132 mila per i residenti) per coloro che hanno presentato istanza nel periodo compreso fra il 4 e il 31 dicembre 2023. Si va da 5 a 75 euro di rimborso. Schifani e Aricò hanno parlato di circa centomila richieste, anche se la Regione ha messo in palio 33 milioni, di cui una fetta è finita nelle casse delle compagnie aderenti all’Avviso (nei primi quattro mesi neanche 5 milioni risultano spesi). E che tuttavia, pur praticando gli sconticini come da convenzione, non hanno esitato un attimo ad applicare dei rincari (fuori controllo) alle tariffe sotto le feste.

La nuova fase del piano regionale sarà attiva da domani, quando i cittadini potranno richiedere i rimborsi anche per i voli prenotati prima del 15 marzo, purché fruiti a partire da questa data (per tutta Italia) fino al 31 dicembre 2024. Nella migliore delle ipotesi bisognerà aspettare mesi per avere indietro i 10 o 20 euro di sconto sui biglietti che, in alta stagione, diventano comunque salatissimi. E’ notizia di questi giorni che per volare da e per l’Isola, sotto Pasqua, servano da 300 euro in su. Insomma: non c’è riduzione che tenga di fronte all’arroganza delle compagnie aeree. Almeno Ryanair ha avuto l’onestà di non aderire al bando della Regione, altrimenti avrebbe finito per ammainare il vessillo del libero mercato cui si aggrappa per giustificare l’oscillazione delle tariffe? Ma le altre? Cos’hanno fatto per calmierare il prezzo dei voli nei giorni delle festività e porre un freno al limite della speculazione?

La risposta è “nulla”. Anche se Schifani crede davvero, e l’ha dimostrato ieri, di aver fatto la differenza: “La lotta al caro voli è sempre stata una mia priorità e l’ho dimostrato con i fatti, a partire dalle denunce che hanno avuto il merito indiscusso di porre la questione al centro del dibattito nazionale ed europeo e che hanno convinto il governo Meloni a conferire all’Antitrust maggiori poteri”. Peccato che l’Antitrust, di fronte alle cause proposte della Regione, abbia preferito non aprire neppure l’istruttoria, dal momento che non ha rilevato “prove di un accordo tra le compagnie aeree per fissare i prezzi dei voli con la Sicilia e per far pagare di più ai consumatori a ridosso di Natale e dell’estate”. E che anche il governo nazionale, dopo aver annunciato misure drastiche (a partire dal tetto ai rincari) sia tornato indietro precipitosamente, per non rimanere invischiato in cause legali e contestazioni da parte dell’Europa.

Un altro motivo di vanto per il governatore è aver “portato in Sicilia un nuovo vettore (Aeroitalia, ndr) per stimolare una sana concorrenza che possa calmierare i prezzi e, prima di Natale, abbiamo finanziato i primi bonus sui biglietti, cosa che nessun governo siciliano prima di noi aveva fatto. Ed è proprio grazie al successo di questa prima iniziativa che abbiamo deciso di estendere gli sconti”. Se “successo” vuol dire agevolare la presenza sul mercato di alcune compagnie (a suon di milioni), o far attendere i cittadini alcuni mesi per un rimborso di qualche decina di euro (nella migliore delle ipotesi), forse occorrerebbe ragionare sul peso delle parole. Per il Codacons, infatti, “quanto fatto dalla Regione non può certo bastare, perché abbattere le tariffe dei voli ricorrendo a fondi pubblici non rappresenta la soluzione al problema: le speculazioni sui prezzi dei biglietti vanno bloccate alla fonte, attraverso interventi normativi tesi a calmierare le tariffe e sanzionare pesantemente chi lucra sulle partenze dei siciliani. Servono in particolare norme ad hoc che dichiarino fuorilegge gli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree per far salire a livelli stellari i prezzi dei biglietti in occasione delle partenze dei cittadini, una forma di inaccettabile speculazione sulla pelle dei consumatori”.

C’è infine un’ultima sorpresa, passata quasi in sordina: “Lo sconto – si legge nella nota di Palazzo d’Orleans – arriverà al 50 per cento, fino a un massimo di 150 euro per le cosiddette categorie prioritarie: i disabili con almeno il 67 per cento di invalidità, gli studenti e i residenti con un Isee inferiore a 15 mila euro (e non più 9.600 euro)”. Si innalza il tetto dell’ISEE. La soglia di povertà. Il requisito minimo, insomma. Chi resta sotto, sentitamente ringrazia.

Catanzaro (Pd): “Le misure di Schifani sono un bluff”

“Le misure annunciate dal presidente Schifani sul caro-voli sono davvero una bella ‘sorpresa di Pasqua’ per gli studenti fuori sede e per tutti i siciliani: come già era successo in occasione del primo bonus regionale per gli aeroporti di Roma e Milano, anche adesso che è stato esteso agli altri scali italiani molte compagnie aeree stanno aumentando ulteriormente le tariffe”. Lo dice Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Ars. “Basta dire – aggiunge – che un biglietto di andata e ritorno tra Roma e Palermo a cavallo del weekend di Pasqua arriva a costare con Ita fino a 750 euro in tariffa ‘economy light’, che possono scendere ad ‘appena’ 600 euro con lo sconto della Regione Siciliana che prevede un rimborso massimo di 75 euro a tratta. Vero è che si trovano anche voli a tariffe inferiori, ma se una compagnia aerea arriva a far pagare una cifra del genere evidentemente questo bonus sta creando un effetto-boomerang. Insomma – conclude il capogruppo del Pd all’Ars – ci si ostina a varare misure-propaganda che ingrassano le compagnie aeree ed impoveriscono i cittadini. Complimenti al presidente Schifani, la sua battaglia contro il caro voli la stiamo pagando noi siciliani”.