Il fritto misto delle prossime elezioni Amministrative. Dove i partiti perdono la vocazione di un tempo e si prestano ad apparentamenti inusuali. Una sorta di Nazareno 2.0. Come nel caso di Gela, il Comune più grande interessato dalla prossima tornata elettorale. Dove il sindaco non c’è più da tempo – il grillino Domenico Messinese è stato sfiduciato dopo essere stato espulso dal Movimento – e prova a diventarlo Lucio Greco, uomo del centrodestra, in passato vicino ad Angelino Alfano. Che adesso, in seguito al vento anti-populista che spira forte soprattutto in Sicilia, o magari di accordi taciti che convengono a tutti, sarà sostenuto perfino dal Partito Democratico. E’ il segretario Peppe Di Cristina a trattare il sostegno e l’appoggio incondizionato per le comunali del 28 aprile. Assieme a Greco ci sono, come se niente fosse, pezzi di Forza Italia, incluso il coordinatore Mancuso. Per i “dem” non c’è nulla di strano, data la vicinanza di Greco ad Alfano e, in occasione delle ultime Regionali, a Micari. Anche la Lega ha un suo candidato (Giuseppe Spata) che conta sull’endorsement di altri centristi. Ma la situazione è frammentata anche in altri comuni: sul modello Gela, si staglia quello Bagheria, dove il Pd ha garantito di correre a fianco di Filippo Tripoli, candidato di Popolari e Autonomisti all’ultimo giro per Sala d’Ercole. Ma stavolta il resto dei movimenti di destra, da Forza Italia a Diventerà Bellissima, passando per la Lega, si schierano con Gino Di Stefano. Come farsi la guerra in casa.