Nel giorno dell’insediamento di Roberto Lagalla a palazzo delle Aquile, a fare maggiormente rumore è un post che proviene da fuori. Non dal sindaco uscente Leoluca Orlando, che senza sprizzare gioia ha comunque augurato buon lavoro al proprio successore “nell’interesse della Città”. Bensì da un “ex” non abbastanza rimpianto: Giusto Catania. Il suo partito (Sinistra Civica Ecologista) non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 5 per cento, così l’ex assessore alla Mobilità è rimasto fuori dal Consiglio comunale (nonostante un migliaio di preferenze). E, a quanto pare, non riesce proprio ad accettarlo.

Così, dopo aver suggerito a Lagalla di non abbandonare il progetto del tram in via Libertà (“Non credo che già con il primo atto voglia farsi denunciare alla Corte dei Conti”), si è spinto addirittura oltre. Offrendo una lezioncina gratuita di moralità che buona parte dei suoi seguaci, su Facebook, non sembra aver apprezzato: “Da oggi al governo della città ci sono personaggi meno limpidi, culture politiche più retrograde, esperienze discutibili, storie personali ambigue – ha scritto l’ex assessore -Certamente potevamo fare di più e meglio ma due cose sono sicure: abbiamo curato il bene comune con onestà e presto Palermo ci rimpiangerà”.

Di questo post non sorprende la decantata superiorità morale che Carania si autoattribuisce (ha cavalcato per l’intera campagna elettorale gli endorsement di Cuffaro e Dell’Utri a favore del nuovo sindaco), quanto la certezza che Palermo rimpiangerà proprio lui. L’assessore che ha distrutto le principali arterie della città con la creazione di piste ciclabili incomprensibili, dove le biciclette non circolano; che ha chiuso al traffico Via Ruggero Settimo, costringendo gli autobus a battere stradine improponibili (come via Brunetto Latini), avvelenando di fumi il centro storico attorno al Politeama. E che insiste, anche da “ex”, per trasformare via Libertà in un cantiere senza fine. In modo che qualcuno un giorno possa ricordarsi che è stato lui a portare le ruspe e a deviare le auto. L’assessore senza tempo e senza vergogna. Il talebano del traffico.