Tra Del Mastro e Nordio
un venerdì da matti

Venerdì da incubo al ministero della Giustizia. Il sottosegretario Andrea Delmastro, in un colloquio con il Foglio, ha delegittimato la riforma sulla separazione delle carriere: “Dare un Csm (Consiglio superiore della magistratura, ndr) alle procure è un errore strategico, l’unica cosa figa della riforma è il sorteggio” dei membri togati, sempre del Csm. Una dichiarazione, quella del meloniano, che spiazza il suo ministro della Giustizia, che da Venezia cerca di sedare gli animi: “Su Delmastro un’enfatizzazione giornalistica, andiamo avanti compatti”, dice Carlo Nordio. In giornata sarà un rincorrersi di smentite, con Delmastro che parlerà di “significato esasperato” delle sue parole, e di contro smentite, con la pubblicazione dell’audio dell’intervista. Per il suo ruolo istituzionale e nel partito, risulta comunque difficile credere che quella di Delmastro sia un’uscita del tutto autonoma...

Domani andrò in piazza. Contro la “sindrome di Comiso”

Sabato andrò in piazza e sarà un’esperienza nuova e inconsueta anche per la mia età. Quando avevo quella giusta, le piazze erano di coloro che contestavano la Democrazia cristiana, e definivano i suoi aderenti servi dell’imperialismo. Sventolavano la colomba di Picasso e ritenevano l’Unione Sovietica e i Paesi del socialismo reale luoghi di libertà, di giustizia e di progresso. Erano anche in buona fede e impiegarono parecchio per ammettere di sentirsi più protetti sotto l’ombrello della NATO piuttosto che sotto quello del Patto di Varsavia. In modo paradossale a quel tempo gli eredi dei veri costruttori di pace, di coloro che avevano voluto la nascita dell’Europa per eliminare le ragioni dei ricorrenti conflitti, dei democristiani Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer e Robert Schuman, venivano considerati guerrafondai. Tutto questo appartiene ad..

Il giorno in cui l’Italia
si scoprì contro l’Europa

Forse dunque è vero che viviamo in una rete di arabeschi, come diceva Ennio Flaiano, in una locuzione che era il diretto corollario dell’affermazione per cui “in Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. Per un giorno questa patriottica industria del ghirigoro si è trasferita a Strasburgo, al seguito di alcuni tra i suoi più illustri artigiani. Nella città che una settimana al mese ospita le sedute del Parlamento europeo, il Partito democratico ha tratteggiato l’arabesco dell’astensione sul ReArm Europe, il piano con cui Ursula von der Leyen sta provando a far fare qualcosa – e subito – a un Vecchio continente che rischia seriamente di ritrovarsi proverbiale vaso di coccio tra l’America di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin. Peccato che poi astensione non..

Vieni avanti, Salvini. Giorgia Meloni governa, lui twitta

Lei governa, lui twitta. Gli alleati lo tollerano come un jukebox rotto che suona sempre la stessa canzone, l’opposizione lo gonfia come un palloncino da sagra paesana, ma alla fine è Giorgia Meloni a spegnere le luci. E noi stiamo a guardare, perché in Italia, si sa, anche il dramma più cupo finisce sempre con un Salvini che inciampa sul suo stesso rosario. Ieri pomeriggio, a Strasburgo, la Lega ha votato contro il piano di difesa europeo con quell’aria di chi dice “siamo pronti a iscriverci al Pd di Elly Schlein”. Fratelli d’Italia, i cugini di destra con cui i leghisti dividono il governo, ha invece votato a favore con Forza Italia, lasciando il pacifista Matteo Salvini a urlare da solo contro un mulino a vento che, guarda caso, continua..

Guerra dei dazi al Canada
Trump perde Wall Street

Dopo il lunedì nero, che ha registrato la peggiore giornata del Nasdaq in due anni e mezzo (-4 per cento) e una caduta dell’indice S&P 500 (-2,7 per cento), proseguono le vendite a Wall Street. Nella giornata di ieri il Dow Jones ha ceduto 700 punti per poi limitare le perdite (-200) e, soprattutto, è caduta l’industria automobilistica: le tre americane Ford, General Motors e Stellantis, oltre alla canadese della componentistica auto Magna International, hanno perso attorno al 3 per cento. La ragione è una nuova tappa della guerra commerciale scatenata da Donald Trump contro il Canada. Il presidente degli Stati Uniti ha annunciato ieri, attraverso il social network Truth, un ulteriore dazio del 25 per cento sull’acciaio e sull’alluminio importati dal Canada, portando così al 50 per cento i..

Sanità: il cambio dell’assessore non ferma il disastro. Anzi

Un mese da Faraoni. L’Asp di Palermo, la più grande e ricca della Sicilia, aspetta la nomina del nuovo manager senza il quale non esiste programmazione. Ma Daniela Faraoni, assessore regionale alla Sanità, ha ancora bisogno di tempo per stabilire chi sarà il suo successore. In compenso puntella – senza rossore, bisogna pur dirlo – il traballante Ferdinando Croce, il direttore dell’Asp di Trapani che nel giugno del 2024 sa già di avere un arretrato di 3000 referti istologici ma firma un contratto per partecipare al premio “Massimo Troisi” di Salina, Eolie. E’ molto probabile – si sussurra ai piani alti dell’assessorato – che la Faraoni abbia vecchi obblighi di riconoscenza verso Ruggero Razza, suo predecessore negli uffici di piazza Ziino e padrino politico dell’intoccabile Croce. Sarà. Il suo primo..

L’incolmabile distanza fra
Elly Schlein e Mattarella

Tra Sergio Mattarella e Elly Schlein emerge una dissonanza che sarebbe difficile non notare. Hanno accenti palesemente diversi se non opposti sull’Ucraina, sulla minaccia rappresentata dalla potenza russa, sulle scelte che ne derivano per l’Occidente in genere e per l’Europa in particolare. Non sono crepe da poco perché riguardano questioni vitali, spartiacque del nostro tempo da cui tutto il resto discende. Scelte di campo, o di qua o di là. Quasi non passa giorno senza che il presidente invochi la pace, esattamente come la segretaria del Pd, ma a condizione che si tratti di una pace “giusta e duratura”, basata sul ripristino del diritto internazionale, dunque sul no alla sopraffazione, contro la violenza del più forte a danno del più debole, sul dovere di sostenere l’Ucraina con ogni mezzo e..

Pd, Lega, Fratelli d’Italia: partiti traditi, partiti perduti

Solo i pochi volenterosi che si ostinano a partecipare alle riunioni del Partito democratico sanno che Anna Maria Furlan, genovese, ex segretaria della CISL, rappresenta Palermo in Senato. Neppure quei pochi saprebbero comunque indicare una sola iniziativa che trovi un interesse, un’attenzione della ignota senatrice per la città e per la Sicilia. È arrivata qui catapultata dalla direzione nazionale del Partito democratico, ha sottratto il ruolo ad uno dei dirigenti locali che aveva lavorato per anni a sostenere quella forza politica, è stata accolta con generosità, votata da tutti, specie dal gruppo guidato da Giuseppe Lupo, al quale non fece velo la pretestuosa esclusione dalla lista per le elezioni regionali avvenuta un mese prima. Eletta, la Furlan è rimasta per due anni e mezzo in un silenzio «operoso». Poche volte..

Come Salvini vuole scalzare
Meloni nel cuore di Elon Musk

Il tricolore francese ha su Matteo Salvini l’effetto del drappo rosso sui tori. La sola ipotesi che l’Italia possa anche soltanto guardare a Eutelsat, gruppo con sede a Parigi e tra i maggiori operatori satellitari al mondo, per cercare un fornitore di comunicazioni sicure, ha fatto partire alla carica il vicepremier leghista. “Non so cosa stiamo aspettando per fare quello che stanno facendo tanti altri Paesi ovvero rivolgerci a una azienda che ha una tecnologia più avanzata e mi riferisco a Starlink”, ha tuonato il ministro dei Trasporti. Elon Musk, patron del servizio di comunicazioni satellitari a bassa quota fornito dalla controllata della sua azienda di lanciatori Space X, ha trovato nel vicepremier un suo grande estimatore, come un po’ tutti i movimenti sovranisti ed euroscettici del Vecchio Continente, lodati..

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