Orestiadi. Licenziato due volte dalla famiglia Corrao

E se la metto sullo scherzo? Anzi, se uso l'autoironia sulle vicende che mi hanno riguardato? Utilizzando questo registro posso rivendicare un premio, il premio al "tontolone". Ché non è facile raggiungere un record, essere stato "licenziato" due volte, prima dal padre e poi dalle figlie, ed entrambe le volte con una mancanza di garbo, con un cinismo che anche a me, che non sono permaloso ma anzi portato alla mitezza, non fa certo piacere. La prima volta. Ero segretario generale della Fondazione Orestiadi e collaboravo con il suo presidente, in tempi di grande difficoltà per quella istituzione. C'erano - o mi pareva ci fossero - tra noi due un bel rapporto umano e una piena sintonia nel comune impegno di consentire la prosecuzione delle attività. C'era allora ed è..

Meloni vola da Trump
per risolvere il caso Sala

Si dice che la storia si ripeta spesso, salvo che si manifesta la prima volta come tragedia e la seconda come farsa. Tuttavia ci sono quanto meno delle eccezioni. Il caso del sequestro di Cecilia Sala in Iran soltanto in apparenza è una replica di eventi lontani di cui riecheggia alcune modalità. Inoltre non è certo una farsa: al momento è un dramma e tutti ci auguriamo che non diventi una tragedia. Peraltro, è vero: qualcosa ci rammenta il passato. Chi non ricorda gli ostaggi americani catturati a Teheran nel novembre 1979, le lunghe e infruttuose trattative con Washington, il tentativo sfortunato del presidente Jimmy Carter di liberarli con un’azione di commando, il fallimento clamoroso nel deserto, l’umiliazione subita dagli Stati Uniti? E infine, quando sembrava che la luce in..

Cecilia Sala intrappolata
Nordio non scarcera Abedini

Nessuna forzatura all'orizzonte. Nessun gesto che potrebbe far irritare gli Stati Uniti, tanto più in un momento in cui sono in corso contatti febbrili, a più livelli, tra Roma e Washington sul caso di Cecilia Sala, giornalista arrestata pretestuosamente a Teheran il 19 dicembre, tre giorni dopo il fermo - in Italia, su mandato diretto Usa - dell'ingegnere informatico esperto di droni Mohammad Abedini. La detenzione di Abedini, ormai l'Iran lo dice apertamente, è legata a quella di Sala. Ma su un'eventuale scarcerazione del presunto terrorista, il Guardasigilli Carlo Nordio, pur avendo titolo di intervenire, aspetta i giudici. Continua su Huffington Post

Pumilia: mi sono dimesso dalle Orestiadi, ecco perché

Calogero Pumilia non è più il presidente della Fondazione Orestiadi di Gibellina. La comunicazione è arrivata su Facebook. "All’inizio del percorso della celebrazione di capitale dell’arte contemporanea. Come una sorta di dannazione, in questa terra di Sicilia spesso si è molto bravi a trasformare un’opportunità in un’occasione di rissa banale e volgare. Sta capitando ad Agrigento, anche oggi oggetto di scherno come capitale della cultura da parte del maggiore giornale italiano - Il Corriere della sera. Capita a Gibellina, dove, in attesa che «arrivi il futuro», come auspica il programma presentato al Ministero ed approvato, arriva e prevale il desiderio di infantile protagonismo e di inconscia autodistruzione. In dieci anni di lavoro, da una condizione di totale fallimento e di chiusura, la Fondazione Orestiadi è tornata ad essere una delle..

Buttafuoco propone Luca Zaia governatore della Sicilia

In considerazione del grande amore che ho per la mia terra, la Sicilia, il proposito mio è di mettere vicini vicinissimi – fosse pure in forma di una pulce in testa – degli elementi tanto improbabili quanto felicemente possibili. La testa è quella di Luca Zaia, formidabile presidente della Regione Veneto, la pulce è l’Autonomia speciale che difficilmente potrà essere realizzata nell’obbligata doppia velocità tra lesto Nord e bradipo Sud. Tanto utile sarebbe al Settentrione quanto mefitica è da sempre in Sicilia, l’autonomia regionale potrebbe trovare finalmente senso solo con un vero campione e siccome anche il terzo mandato di Zaia è di fatto difficilissimo, altra soluzione non c’è che fare di questo formidabile governatore il futuro e definitivo presidente della Regione siciliana. Ne farebbe il luogo della compiuta modernità...

Se hai soldi ti salvi, sennò muori
Mattarella parla della sanità

Proprio ieri mattina, in un supermercato di un paese di ventimila abitanti della Lombardia, operosa e ricca, sulla soglia di una crisi delle sue due più importanti industrie, ho incontrato dei conoscenti che discutevano animatamente delle disfunzioni della sanità. Di quelle liste di attesa obese che impediscono i cittadini di curarsi. Che ha ricordato il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno. Il tema, se hai soldi ti salvi oppure muori, si lega appieno con le altre parole capofila dei ragionamenti fatti dal Capo dello Stato, dal rispetto alla speranza. Abbiate fede, oggi la politica tutta applaudirà al suo messaggio alla nazione. Ne scrissi anche lo scorso anno rilevando come, allora, il plauso scrosciante dei partiti nascondeva il loro limite. Che non l’avevano capito. Si sa in venti minuti..

Non chiedeteci di sognare, ci bastano gli incubi che viviamo

Certo, gli auguri ce li faremo. E, se ci va bene, brinderemo pure con le bollicine. Ma – sia detto con la più desolante sincerità – in cuor nostro non coltiviamo nessuna speranza. D’altra parte, quale fiducia può ispirare una classe politica, come quella siciliana, che non riesce a cogliere la forza delle emergenze; che non aveva neppure notato la tragedia di oltre seicento strutture convenzionate della sanità che stavano per essere stritolate dal decreto del ministro Schillaci sulle tariffe; che per oltre due mesi ha litigato e tramato esclusivamente per arraffare una mancia di fine anno; che è scattata sull’attenti solo quando è stata convocata per regalare tre milioni di euro a Mediaset; che si precipita a Catania per reggere il turibolo a Federica Panicucci e al carrello dei..

Ecco a voi Renzi in modalità guastafeste contro Meloni

“Ve ne pentirete…”. Le parole di Matteo Renzi risuonano in Senato, dove l’approvazione (scontata) della manovra diventa l’occasione per un regolamento di conti. Il leader di Italia Viva ha appena dato del “camerata” al presidente del Senato. “Camerata La Russa, lei deve abituarsi a rispettare le opposizioni in quest’aula”, afferma, mentre Ignazio La Russa lo invita ad andare avanti e non protestare perché, dice, non c’è nessuno schiamazzo. Renzi è convinto del contrario: “Se lei non avverte i rumori, signor presidente, è per colpa dell’età incipiente…”. Corrono affettuosità, sulla linea Meloni-Renzi. Ad accendere gli animi è la norma ribattezzata anti-Renzi, quella che fissa il divieto di percepire compensi per incarichi da paesi extra Ue, per fare un esempio nei paesi del Golfo Persico, a meno di non voler consegnare tutto..

Il giornalismo non è un crimine
Riportiamo a casa Cecilia Sala

Il punto è tanto semplice quanto drammatico: il giornalismo non è un crimine, e per una volta tanto scriverlo non è retorica ma è una realtà viva, reale e spaventosa. Quello che segue è un articolo che non avremmo mai voluto scrivere ma la dinamica dei fatti ci costringe a dover dar conto di un fatto grave che riguarda anche questo giornale. Il 19 dicembre, la nostra giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran ed è rinchiusa nel carcere di Evin, nel nord della capitale. Cecilia era in Iran, con un visto regolare, per raccontare un paese che conosce e che ama, un paese in cui l'informazione viene soffocata a colpi di repressione, di minacce, di intimidazioni, di violenza, di detenzioni, spesso ai danni degli stessi giornalisti. Abbiamo deciso..

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