Le federazioni di Lombardo

Domani la presentazione del progetto con Lagalla e Micciché. Venerdì l'ingresso nella famiglia di Forza Italia

Salvini si traveste da banchiere ma stecca su UniCredit

Il rafforzamento dei francesi di Crédit Agricole in Banco Bpm mette il governo davanti a un dilemma. Mentre sventola lo spauracchio del golden power per frenare l'offerta di Unicredit sempre su Banco Bpm, potrebbe trovarsi a dover dare l'assenso all'aumento della quota della banque verte nell'istituto milanese, altra operazione che rientra nella normativa sui poteri speciali a tutela degli asset strategici. E così, se da un lato un ministro come Matteo Salvini invoca il golden power accusando Unicredit di non essere abbastanza italiana perché nel suo capitale primo azionista è il fondo Usa BlackRock con il 7% e nel capitale è forte la presenza internazionale, dall'altro deve fare i conti con la salita di Agricole, che italiana non lo è per nulla, al 15,1% del Banco e con la possibilità..

Vaffa definitivo per Grillo
il Movimento è di Conte

Il voto bis sulle modifiche allo statuto dei 5 stelle conferma la linea di Giuseppe Conte. Quasi il 65 per cento degli aventi diritto (quasi 4000 in più rispetto alla prima tornata) - in base ai dati forniti dal MoVimento - ha confermato il sì alla svolta e la voglia di cambiamento rispetto al passato. Ora si volta pagina. Il leader lo dice in modo netto. Mentre Beppe Grillo cita autoironico il film The Truman Show: "Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte". Il voto su alcune parti dello statuto, il secondo dopo che Grillo aveva impugnato il risultato del 24 novembre, certifica ancora una volta la volontà degli iscritti di dare un nuovo assetto al Movimento. Un M5s che non avrà più la figura del Garante(bocciata da..

Il miracolo di Notre Dame e l’arte magica di rifare le cose

Banalmente io c’ero, quando bruciò Notre-Dame, come un overtourist qualsiasi, in un aprile per niente crudele, come può capitare a Parigi, di cinque anni fa; ero su un marciapiede della Rue Monge, in un bistrot dalle parti di casa mia, con un libro, e vidi la nuvola di fumo, andai al ponte dell’Arcivescovado, fotografai, cadde la flèche, riferii, scrissi qualche riga per il giornale, tutto lì. Nei giorni successivi, a notte, da Place Maubert vedevo infuocato il rosone che guarda la riva sinistra mentre cielo e fiume continuavano a gemere per la perdita. Il sagrato era per me un luogo altrettanto sacro della navata centrale, da cui si era mossa a Pasqua dell’anno precedente la processione verso il fuoco attizzato nel venerdì santo, e la cattedrale voleva dire più o..

La lettera di Grillo al Nazareno:
Conte è perfetto, prendetevelo

Lui, lei, l’altro. Beppe Grillo coinvolge Elly Schlein nella lite con Giuseppe Conte. A urne aperte – gli iscritti M5s votano fino a domenica – il garante dei M5s scrive una lettera alla segretaria del Pd, convitata di pietra della singolar tenzone in casa pentastellata. E’ una lettera di referenze di Conte presso i Democratici, uno sfottò che raggiunge due obiettivi. “Le scrivo questa lettera di referenze perché ritengo che Giuseppe Conte (simpaticamente Oz) sia la persona giusta per guidare il Partito Democratico o, se preferite, di una delle sue correnti", scrive Grillo. La missiva, resa nota dall’agenzia La Presse, è in busta chiusa ed è indirizzata "all'attenzione di Elly Schlein" e per "Copia conoscenza, a corrente 1, corrente 2, corrente 3, corrente 4…" del Partito democratico. Conte sarebbe il..

Il grande moralizzatore Davigo condannato in via definitiva

Da mercoledì sera Piercamillo Davigo è ufficialmente un pregiudicato, termine che per decenni l’ex pm di Mani pulite ha usato come clava nella sua opera di moralizzazione della classe politica italiana. La Corte di cassazione ha infatti confermato una parte della condanna emessa nei confronti di Davigo in primo grado e in appello per rivelazione di segreto nella vicenda dei verbali di Piero Amara sulla presunta loggia Ungheria. La condanna definitiva riguarda il reato di violazione di segreto commesso in concorso con il pm milanese Paolo Storari, che nel marzo 2020 fu convinto proprio da Davigo a consegnare a quest’ultimo i verbali secretati degli interrogatori resi da Amara. Su questo, hanno stabilito i giudici, la responsabilità penale di Davigo è irrevocabile: i verbali erano segreti e fu un reato farseli..

Sudditanze. Cortesie non richieste della Rai verso Mediaset

Mercoledì della settimana scorsa gli avevano contrapposto un pallido documentario su Domenico Modugno, “l’italiano che incantò il mondo”. Ieri le cortesie di TeleMeloni nei confronti di Mediaset sono andate addirittura oltre: per contrastare la corazzata “This is me” condotta da Silvia Toffanin, Rai Uno ha schierato una barchetta spelacchiata, un filmetto di quarta serie - “Riunione di Famiglia” - che a stento ha superato il 9 per cento. Lasciando, ovviamente, spazio aperto al trionfo della Toffanin e di Maria De Filippi, produttrice del programma. Si potrebbe richiamare a questo punto la saggezza di Giulio Andreotti: “A pensar male si fa peccato…”. Ma probabilmente bastano i dati Auditel di Modugno e del filmetto sconosciuto per sollevare il sospetto di una ruffianeria di viale Mazzini nei confronti di Pier Silvio Berlusconi e..

Macron tira a campare
per non tirare le cuoia

Ora che il governo del premier Michel Barnier, durato appena due mesi e 29 giorni, è stato sfiduciato dall'Assemblea nazionale con 331 voti su 574, per il presidente della Repubblica Emmanuel Macron si è girata la clessidra: in pochissimo tempo, 24 ore, dovrà tirare fuori dal cilindro il nome di un nuovo primo ministro. Il bisogno di fare in fretta - rispetto ai quasi 50 giorni che si è preso prima di indicare Barnier - è dovuto a una serie di motivi. Da una parte, c’è la volontà di non presentarsi senza un governo davanti a Donald Trump, che questo fine settimana sarà a Parigi per la riapertura della cattedrale di Notre-Dame ("è una questione di credibilità per la Francia", spiegano fonti vicine a Macron all'emittente Bfmtv). Dall’altra, c’è il..

Due ministri e pure due ex sull’aereo più pazzo del mondo

Aeroporto di Linate, Milano, otto di mattina. Sul volo Ita per Roma salgono alla spicciolata due vicepremier, un ex ministro degli Esteri che fa ancora per poco l’inviato Uenel Golfo e un’ex ministra. Eccoli tutti insieme divisi da pochi posti: Matteo Salvini e Antonio Tajani, i tenori rissosi del governo; Luigi Di Maio, che fu leader del M5s ma anche ministro degli Esteri prima di Tajani nonché gemello diverso di Salvini ai tempi gialloverdi. E poi Mariastella Gelmini, ex big di Forza Italia, già draghiana, eletta con Azione e ora in maggioranza via Maurizio Lupi. L’aereo più pazzo del mondo, governi stratificati come la città di Troia. I quattro si sono salutati fra loro per cortesia, prima di rificcarsi con la testa sugli schermi dei cellulari. La giornata è iniziata..

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