Mattarella dà una mano a Meloni
per sciogliere la questione Fitto

Spingere Raffaele Fitto a destra e separarlo dal pacchetto dei vicepresidenti Ue, costringendolo a cercare una maggioranza con i Patrioti e l’AfD. La strategia del Pse rischia di consegnare “uno dei migliori candidati possibili per un incarico europeo”, come lo ha definito il leader dei popolari Manfred Weber, nelle mani della peggior destra antieuropeista. Ma mentre a Bruxelles qualcuno prepara lo sgarbo al ministro meloniano, il presidente Mattarella invita Fitto al Quirinale giovedì sera, blindando così la sua candidatura. Dopo lo stallo notturno sulle audizioni per i prossimi vicepresidenti della Commissione von der Leyen 2.0, il gruppo dei socialisti Ur traccia le sue linee invalicabili nell’Eurocamera. Una di queste linee è la separazione della nomina di Fitto dal pacchetto dei restanti vicepresidenti. “Fitto non fa parte del pacchetto, Fitto non..

Mattarella zittisce Elon Musk
“L’Italia sa badare a se stessa”

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rilasciato questa mattina una dichiarazione di forte biasimo per le parole di Elon Musk contro i giudici italiani: "L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione. Chiunque - continua il Capo dello Stato - particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni". Continua su Huffington Post

Pure la reggia di Palazzo dei Normanni ha il retrobottega

Sulla parentopoli dell’Assemblea regionale siamo ancora alle indiscrezioni giornalistiche e alle denunce che i candidati esclusi dal concorso dicono di volere presentare all’autorità giudiziaria. Se sono rose fioriranno. Lo stesso dicasi per un’altra indiscrezione: una società riconducibile a Carlo Auteri, il vice capogruppo di Fratelli d’Italia finito nei guai per le minacce al collega La Vardera, avrebbe ricevuto contributi – quattro soldi rispetto alla valanga di denaro pubblico che gli è arrivata dal Turismo – anche dal Presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, suo compagno di partito. Il quale, manco a dirlo, dispone di un fondo riservato, molto consistente, al quale attinge per sovvenzionare liberamente, e senza alcun controllo, parrocchie, sagre paesane, carnevali di ogni genere e qualità, feste e festicciole, convegni e congressi; con particolare attenzione – va da sé –..

Musk, Bannon e DeSantis:
gli zii d’America della Meloni

Elon Musk dà l’avviso di sfratto ai giudici italiani, rei di impedire la difesa dei confini. Matteo Salvini, trenta secondi dopo, si allinea perfettamente, anche nelle argomentazioni. Sostituisce quelle ideologiche, e tardo-berlusconiane, dei giorni scorsi (“comunisti”) col Musk pensiero (“mettono in pericolo la sicurezza nazionale”). Giorgia Meloni tace, ma a palazzo Chigi è impegnata a ricevere Ron DeSantis, il governatore della Florida anti-woke, anti-diritti e anti-Disney, in quanto colosso del politicamente corretto. Flashback: quando Ron De Santis sembrava dovesse correre per la Casa Bianca, il leader leghista, arringando le folle alla vigilia delle elezioni italiane, disse: “Con lui il mondo sarebbe un posto migliore”. Continua su Huffington Post

Anche per gli altri sette migranti l’Albania finisce qua

Tutti in Italia. Di nuovo. Nell'attesa che sul decreto Paesi sicuri si pronunci la Corte di giustizia europea. Torneranno in Italia nelle prossime ore, probabilmente saranno nel nostro Paese già domani, i sette migranti che erano stati mandati nei Cpr in Albania. Ciò accadrà perché la convalida del loro trattenimento nei Cpr nati grazie a un accordo di Giorgia Meloni con Edi Rama è sospesa, nell'attesa che il giudice europeo si pronunci. E se la convalida manca, queste sette persone - provenienti da Egitto e Bangladesh - non possono restare in Albania. Sarà il giudice europeo, insomma, a dire se il decreto varato per bypassare la prima decisione del giudice, che aveva rimandato in Italia dall'Albania i primi 12 migranti, rispetta o no il diritto europeo. I sette migranti che..

Mosca getta un ombra via Trump
sul futuro di Zelensky e Ucraina

C’è una ragione per cui Mike Pompeo non verrà nominato al Pentagono ed è l’Ucraina. Contrariamente alle voci che lo vedevano già alla guida della Difesa, l’ex segretario di Stato non farà parte della prossima amministrazione per volere di Donald Trump, così come Nikki Haley, entrambi ringraziati per l’apporto offerto ma esclusi dalla squadra di governo. Il problema di Pompeo è che sente troppo la causa, ha criticato le restrizioni imposte a Kiev su come e dove utilizzare le armi e ha più volte esortato gli alleati a donarne di più per scongiurare una capitolazione. Era inoltre membro del consiglio di amministrazione della Kyivstar, il più grande operatore telefonico nazionale. Secondo Politico la sua nomina è saltata a causa dell'opposizione di Donald Trump Jr e Tucker Carlson, che in lui..

Cronache da basso impero. Ultime dalla Regione e dintorni

Le associazioni antimafia e le anime belle della società civile predicano da trent’anni legalità e trasparenza. Ma alla Regione – ammettiamolo – non le ascolta nessuno. Fa orecchie da mercante l’assessore al Turismo, Elvira Amata. Ieri una doppia pagina de “La Sicilia” ha illustrato un reticolo di scandali che non raggiunge certamente il volume di spreco al quale ci aveva abituati il Balilla con SeeSicily, Cannes e il Bellini International Context; ma che comunque tiene alta la bandiera della corrente turistica di Fratelli d’Italia. Le martellanti prediche delle anime belle non vengono ascoltate neppure dal presidente della Regione, Renato Schifani che ormai governa “in società” – scusate il termine – con un opaco avvocato d’affari al quale ha consegnato il retrobottega di Palazzo d’Orleans. L’avvocato Gaetano Armao – un consulente..

La campagna d’odio della Schlein contro il suo governatore

Anche dopo il voto della regione Campania che permette a Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato di presidente, la segreteria del Pd ha insistito, con un comunicato dai toni burocratici, a negare che il partito possa appoggiarlo nella prossima campagna elettorale. Insomma Elly Schlein e i suoi sostenitori nel partito regionale preferiscono rischiare di perdere la regione piuttosto che accettare obtorto collo la volontà di De Luca. La decisione di non fare deroghe, questa volta, allo Statuto non è la sola o la principale ragione di questa scelta densa di pericoli. E’ la personalità per così dire spiccata di De Luca che non rientra negli schemi tradizionali a provocare irritazione e ostilità nella struttura organizzativa del Pd. Sono le stesse qualità che invece lo rendono tanto popolare..

Campo libero. In Umbria e in Emilia Conte e Schlein si evitano

La “testarda unità” del centrosinistra è durata il tempo di una sconfitta in Liguria. Almeno per adesso Conte e Schlein non calcheranno di nuovo insieme alcun palco elettorale. Non avverrà in Umbria e non accadrà neppure in Emilia-Romagna. Nelle due regioni si voterà tra pochi giorni, domenica 17 e lunedì 18 novembre. Già da questa settimana i due leader si recheranno in entrambe le regioni al voto, ma le loro agende viaggeranno come due rette parallele, senza toccarsi mai. E’ la geometria infelice del centrosinistra. Sono lontani i tempi della foto di Narni, quando alle scorse regionali umbre, nel 2019, l’allora segretario del Pd Nicola Zingaretti si faceva immortalare insieme a Luigi Di Maio e Giuseppe Conte per lanciare, invano, la volata all’allora candidato del centrosinistra Vincenzo Bianconi, ma sancendo..

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