Ma quanto è bella
la Palermo dei Corsaro

Evviva i fratelli Corsaro. C’era bisogno di questa luce e di questo vento. Respira la televisione, respira Mediaset e respiriamo pure noi, poveri spettatori afflitti da un’estate mortizza e inchiodati per tre mesi alle repliche e a techetechetè. La fiction, tratta dai romanzi di Salvo Toscano, ci seduce con un Giuseppe Fiorello lieve e inarrivabile, con un racconto che salta con leggerezza dal giallo alla commedia e con una Palermo narrata finalmente nella sua realtà briosa e senza la maschera plumbea dei luoghi comuni più vecchi e abusati. Inevitabile il raffronto con “I leoni di Sicilia”, la serie colossal sui Florio che da martedì tiene banco sull’ammiraglia Rai. Certo, rappresentano due mondi completamente diversi e lontani. Ma vuoi mettere la brillantezza dei fratelli Corsaro con il chiaroscuro ottocentesco dei Florio?..

Succede nella Regione
delle mance e dei favori

Leggo sul Giornale di Sicilia che per la lotta al crack non c’è il budget. Dopo un anno il disegno di legge – sollecitato caldamente dal vescovo di Palermo, Carmelo Lorefice – è stato partorito ma Palazzo d’Orleans e l’Assemblea regionale sono ancora alla ricerca della copertura finanziaria. Incredibile ma vero. Ogni santo giorno la Regione mette in palio almeno un milione di euro per iniziative il cui scopo è quasi sempre quello di favorire un amico o un gruppo di amici: la carta canta. E ogni giorno i deputati regionali e i membri del governo aggiornano la contabilità sulle mance che hanno già incassato – ottanta milioni – e su quelle che potranno incassare con la prossima manovra di bilancio. Ma per la lotta al crack non si trovano..

La pacchia delle donne
che pendono a destra

Donne che pendono a destra. Con questo titolo Dagospia ha ricordato la forlgorante resurrezione artistica di Serena Autieri: sparita dalla Rai dopo due flop, è tornata in tv con ben cinque programmi. Tra i suoi estimatori, manco a dirlo, ci sono Giorgia Meloni e Gennaro Sangiuliano, napoletano come lei. In Sicilia le donne che pendono a destra non sono da meno. Soffermatevi su questa storia di porte girevoli. Orchestra Sinfonica: nel 2023 esce Gianna Fratta, direttrice artistica, ed entra in scena con due concerti Beatrice Venezi, direttore d’orchestra e consulente musicale del ministro Sangiuliano. Nel 2024 il gioco si inverte: dalla direzione artistica di Taormina Arte esce Beatrice Venezi e al suo posto arriva Gianna Fratta; che nel frattempo, per una consulenza al Bellini International Context, ha pure incassato dalla..

Edy Tamajo e la Parigi
che val bene una messa

Al tempo dei canonici di legno il peccatore, per salvarsi, doveva recitare la penitenza – “pater, ave, gloria” – almeno tre volte in un giorno. Edy Tamajo che ha solo commesso un peccatuccio di legittima ambizione – ha ipotizzato per il 2027 una sua candidatura alla Presidenza – è costretto a ripetere in ogni intervista che Renato Schifani merita il bis e che lui lo appoggerà lealmente. La giaculatoria serve per sedare le ire e i rancori del presidente della Regione che vede nel suo assessore un possibile rivale. Tamajo, che in virtù dei 120 mila voti raccolti alle europee è il candidato naturale alla successione, sta al gioco. “Parigi val bene una messa”, disse Enrico di Navarra alla fine del Cinquecento quando da ugonotto si convertì al cattolicesimo pur..

L’ex partito della libertà
è diventato una caserma

Il segretario Antonio Tajani ha richiamato all’ordine i quadri dirigenti di Forza Italia e ha detto espressamente che non bisogna criticare Schifani sui giornali. Se proprio bisogna muovere una contestazione, è opportuno aspettare il congresso del partito. Che si terrà tra due o tre anni. Nel frattempo il presidente della Regione continuerà a governare con le sue prepotenze, i suoi rancori e i suoi capricci. Continuerà a tutelare gli interessi del suo opaco cerchio magico e a regalare le poltrone del sottogoverno ai riccastri che lo invitano alle feste. Mentre i deputati di Forza Italia verranno, come sempre, ignorati e mortificati. Anche perché il coordinatore regionale, Marcello Caruso, non ha voce in capitolo: lui è il segretario particolare e il portaordini di Schifani; lui sa solo ubbidire. Era questo il..

L’Armata Brancameloni
ha perso la guerra

E’ entrata in guerra l’ammiraglia Mediaset con una potenza di fuoco pari a tre reti televisive. Sono scese in mare, armate fino ai denti, le caravelle di Angelucci: Il Giornale, Libero, il Tempo. Si è mobilitato il Consiglio supremo dei guardiani della rivoluzione, con in testa Nicola Porro e Paolo Del Debbio. Sono stati richiamati in servizio i manganellatori e i picchiatori più violenti, più trucidi e più ributtanti. Ed è stato convocato pure lo squadrone degli allarmisti, uomini altamente specializzati nel lanciare i sospetti di un complotto: gli stessi che avevano avvertito il popolo di una inchiesta che le forze del male stavano per aprire su Arianna. L’armata aveva un bersaglio preciso: annientare la pompeiana che, con le sue piccanti rivelazioni, stava per crocifiggere il bombolo della cultura. Ma..

E ora tutti in ginocchio
per invocare il perdono

Ieri tutti a strapparsi le vesti per il “balletto inqualificabile” sulle nomine della sanità e a deplorare il cinismo con il quale il governo della Regione ha danzato sulla pelle dei pazienti siciliani. Oggi tutti a esprimere sudditanza a Renato Schifani, che di quel balletto è stato il maestro compositore, concertatore e direttore d’orchestra. Tutti genuflessi ai suoi piedi. “Schifani con il suo governo sta facendo bene ed è il candidato naturale per il secondo giro”, ha dichiarato Totò Cardinale. Seguito a ruota da Totò Cuffaro, per il quale Schifani va benissimo e merita il bis, e dal rampante Edy Tamajo: “Sostengo Schifani per un secondo mandato”. Tutti a spargere incenso e saliva sul Grande Lottizzatore. Tutti a calmare le sue ire e ad alimentare i suoi rancori. Tutti a..

Un direttore d’orchestra
in fuga dopo il disastro

Solo un maestro di bugia come Renato Schifani poteva rilasciare una dichiarazione così spocchiosa e spudorata sullo sfascio della sanità. Dopo avere mantenuto per due anni al vertice dell’assessorato un paravento, come Giovanna Volo, che gli ha consentito di gestire dal retrobottega il mercato delle nomine; dopo avere assegnato a se stesso la ricca Asp di Palermo e riciclato un vecchio arnese della politica come Daniela Faraoni; dopo avere lottizzato tutto ciò che c’era da lottizzare, ora il presidente della Regione vorrebbe far credere che lui non c’entra nulla: “Ho visto un balletto inqualificabile”, ha esordito con una nota scritta per i giornaletti abituati a sorbirsi ogni scemenza targata Palazzo d’Orleans. Dell’inqualificabile balletto Schifani è stato invece – lo dico in musica – il maestro compositore, concertatore, arrangiatore e direttore..

Gli effetti disastrosi
del gioco sulle nomine

Mentre Renato Schifani e i partiti di centrodestra mettevano in scena il teatrino della lottizzazione, la sanità toccava una punta di non ritorno. Per accedere a un’ecografia dell’addome, un ammalato di tumore – esenzione 048 – dovrà aspettare “la fine di gennaio e gli inizi di febbraio”. Telefonare, per conferma, al Civico di Palermo o alla Maddalena. Prima di quella data non c’è posto. Nemmeno per i pazienti più fragili e bisognosi. Altro che abbattimento delle liste di attesa. Il presidente Schifani ha giocato per un anno con le nomine dei manager, paralizzando di fatto ospedali e aziende sanitarie. E ora si ritrova con un arretrato mostruoso, difficile da gestire. Ma la faccia tosta non gli manca e, come sempre, cerca un capro espiatorio da sacrificare sull’altare dell’opinione pubblica. Invece..

“In bocca al lupo”,
Miss Paravento

Nel dorato mondo dell’informazione succede anche che un professionista venga chiamato a dirigere un giornaletto che in realtà è una copertura per gli affarucci border line del suo editore: un tipo meglio conosciuto come “Er Pagnottista dei castelli” ma anche del Cas. E succede pure che dopo quindici mesi quel direttore, stanco di reggere il moccolo, tolga elegantemente il disturbo. Al suo posto arriva una gentile signora – la chiameremo Miss Paravento – che, pensate un po’, ha già al suo attivo un’intervista “esclusiva” a Renato Schifani, noto al vasto mondo del web come il presidente della Regione che non ha mai accettato un incontro con i giornalisti. Alla neo direttrice è arrivata, va da sé, una pioggia di congratulazioni e di “in bocca al lupo”. Ovviamente da gente alla..

Gerenza

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