Il mondo ci guarda
Per farci arrossire

Il mondo ci guarda e inorridisce. Per l’assenza e la strafottenza con la quale il governo della Regione affronta le emergenze che martirizzano la Sicilia. Dal New York Times al Guardian, i grandi giornali stranieri sono tutti lì a documentare i disastri: raccolti distrutti e turisti in fuga per la siccità; boschi inceneriti dagli incendi; allevatori che non hanno più un filo d’acqua per dissetare gli animali. E poi, come se non bastassero le scene da day after, l’immancabile scandalo raccontato da Gian Antonio Stella sul Corriere della sera: un disco party, con balli e luci psichedeliche, organizzato da una società privata al tempio di Selinunte. Uno sfregio. Ovviamente autorizzato dal direttore del parco archeologico, Felice Crescente, un agronomo nominato dall’assessore ai Beni culturali, Francesco Scarpinato, punta di diamante del..

Detti e contraddetti
del conducator Schifani

Ricordate l’autunno del ‘22? Per grazia ricevuta da Ignazio La Russa, il dimenticato Renato Schifani era stato appena eletto presidente della Regione. Dopo anni di oblio, rientrava finalmente sul palcoscenico della politica. Abbagliato dalle luci della ribalta e in preda a un’esaltazione dionisiaca, dettò le tavole della legge. E montò addirittura una selvaggia polemica con i patrioti sulla qualità primaria dei nuovi assessori: dovevano essere, innanzi tutto, deputati eletti dal popolo. E così dicendo fece traballare non poco le aspettative di Elena Pagana, bocciata persino nella sua Troina, e di Francesco Scarpinato, imposto dal Balilla come suo successore e servitore. La cosa finì come finì. Ma dopo meno di due anni, l’intrepido conducator di Palazzo d’Orleans ha cambiato radicalmente parere. Ora va pazzo per i tecnici non eletti dal popolo...

Povera Santuzza
tradita dai chierici

Avete letto la notizia dei carri di Santa Rosalia abbandonati e subito vandalizzati al Foro Italico di Palermo? Siamo già, per dirla con Julien Benda, al tradimento dei chierici. Che per lo scrittore francese erano gli intellettuali della sua epoca: accidiosi, smarriti, vigliacchi. Noi, immersi nella miseria delle cose siciliane, ci riferiamo a ben altri chierici: a quelli che, dall’alto dei palazzi municipali, hanno apparecchiato il Festino della Santuzza; a quelli che, con la banalissima scusa di propagandarlo all’estero, hanno sgraffignato il viaggio della loro vita: fino a New York e a Tokyo; a quelli che, col pretesto degli effetti speciali, hanno distribuito piccioli ai pagnottisti locali e ai marpioni venuti da fuori; a quelli che – finita la festa gabbato lo santo – hanno lasciato i carri alla mercé..

Lo spot senz’acqua
è un buco nell’acqua

I cronisti più addentro a Palazzo d’Orleans ci informano che Renato Schifani pensa a una serie di spot capaci di convertire i turisti dei cinque continenti a venire in Sicilia nonostante la siccità, gli incendi e la monnezza che ammorba città, borghi e strade. Non credete al catastrofismo dell’americana CNN o alle lagne elitarie dei giornali francesi perché la bellezza di quest’Isola vi stupirà comunque: sarà questo il messaggio. Servirà? Diciamolo: o gli spot saranno in grado di mostrare l’acqua che scorre regolarmente dai rubinetti e dalle docce di Agrigento, Selinunte o Palermo, altrimenti sarà difficile convincere i viaggiatori che qui si sta meglio della Spagna o della Grecia. Gli spot saranno certamente bellissimi. Ma se dentro non c’è un granello di verità, consegneranno al mondo l’immagine di una Sicilia..

Dopo la Santuzza
tocca a Schifani

Da quando Marina e Pier Silvio Berlusconi hanno fatto sapere di non essere più entusiasti di Antonio Tajani, di volere svecchiare Forza Italia e di volere allontanare i cacicchi sparsi lungo tutta la Penisola, in Sicilia si sono subito mobilitati campieri, sovrastanti, sondaggisti e famigli della Regia Regione Feudale accampata tra le mura di Palazzo d’Orleans. Tutti in difesa della statura del viceré Renato Schifani, incensato come l’eroico conducator che tiene in pugno il cielo e la terra, i berluscones di Forza Italia e i patrioti di Giorgia Meloni, le leve del governo e le poltrone del sottogoverno. Tutti a cantare i suoi trionfi elettorali. Tutti a sostenere che se Tajani è ancora il segretario del popolo azzurro il merito è del patto di ferro stretto col governatore della Sicilia...

La tragedia della siccità
in un bicchiere d’acqua

Poteva dirlo con parole semplici, pacate, ragionevoli: “Capisco i vostri problemi ma è meglio se ne discutiamo tutti insieme”. Invece Renato Schifani si è calato subito in testa l’elmetto ed è salito sul ring, pronto a un’altra sfida e a un altro anatema. Pronto, soprattutto, a dire e a ribadire che nella Regione feudale di Sicilia il solo padrone è lui: o bere o affogare. Il sindaco Lagalla e tutti gli altri amministratori sparsi nell’Isola se ne facciano una ragione. Che Schifani fosse un tragediatore di scuola napoletana – quella di Mario Merola, per intenderci – si sapeva da tempo. Ma ieri, con l’acido e rancoroso assalto all’Amap di Palermo, colpevole di volere fronteggiare la siccità con il razionamento, ha superato se stesso: ha inscenato la classica tragedia in un..

Perché questo Festino
non è piaciuto a Rosalia

L’eremita che alberga in una grotta di Monte Pellegrino ha fatto sapere che Santa Rosalia – con la quale si parlano da grotta a grotta – non ha gradito questo Festino. Molti esponenti politici, ha fatto notare la Vergine, hanno approfittato dei festeggiamenti per scopi che con la fede non hanno nulla a che vedere. Alcuni, con la scusa di presentare il programma, si sono fatti un bel viaggio all’estero: da New York a Tokyo. Altri hanno distribuito piccioli a fratelli, compari e pagnottisti. Altri ancora hanno approfittato della ricorrenza per tirarsi colpi negli stinchi. Pensate alla storia del sondaggio pubblicato alla vigilia delle celebrazioni per avvelenare quello che doveva essere, per il sindaco Lagalla, il giorno dell’abbraccio con il popolo di Palermo. Alla Santuzza, riferisce l’eremita, è sembrata una..

I numeri di Pitagora
e i sondaggi di Noto

Campieri e sovrastanti della Regione feudale di Sicilia vorrebbero farci credere che i sondaggi sono vangelo. E vorrebbero pure che prendessimo per oro colato il “Governance poll” diffuso ieri dal Sole24ore e che, all’improvviso, alza le quotazioni di Renato Schifani addirittura di un sei per cento. Saremmo pronti anche alle congratulazioni, ma c’è un ma. Il sondaggio è stato gestito da Antonino Noto. Che è un amico del governatore ed è stato un grande fornitore di servizi, ovviamente ben pagati, quando Schifani ricopriva la carica di presidente del Senato. “La proprietà dei numeri è la giustizia”, predicava Pitagora. Ma quando, nel pieno di uno scontro politico, scopri che Schifani guadagna consensi mentre il dirimpettaio Lagalla, sindaco di Palermo, scivola in fondo alla classifica, ti assale il sospetto che non sempre..

Il miracolo impossibile
di Santa Rosalia

Magari avrebbe voluto essere come la Meloni: “Sono Renato, padre, uomo, cristiano”. E, in quanto cristiano, avrebbe voluto anche seguire il carro della Santuzza almeno fino ai Quattro Canti. Ma quei pretacchioni della Curia, d’accordo col sindaco Roberto Lagalla, non l’hanno invitato alla conferenza di presentazione del Festino e Renato Schifani, che pure aveva contribuito alla gloria della Santa Patrona di Palermo con 500 mila euro della Regione, uno sgarbo così grave non poteva accettarlo. Infatti non lo ha accettato. E a poche ore dall’inizio dei festeggiamenti ha fatto sapere di essere in convalescenza ma di volere comunque inviare un saluto – una benedizione, si stava per dire – ai fedeli. L’atteso miracolo della riappacificazione dunque non c’è stato: Rosalia ha sconfitto la peste ma trova non poche difficoltà a..

L’acqua dei dissalatori
ci arriverà a Natale

In questa Sicilia dove i laghi non hanno più acqua e i fiumi non sfociano più a mare, succede pure che si inaugurano stazioni ferroviarie dalle quali non passano i treni: è un capolavoro della classe politica che si occupa di trasporti; e, per gli appassionati della nota rubrica “Incredibile ma vero”, anche un luogo da visitare. La stazione fantasma si trova, per chi volesse fotografarla, a ridosso di Maredolce: il treno che non c’è avrebbe dovuto collegare il quartiere di Brancaccio all’aeroporto di Punta Raisi. Ma i paradossi non finiscono qui. Se fate caso ai tempi con i quali la Regione affronta l’emergenza della siccità potete star certi che le prime gocce di acqua marina, filtrate dai dissalatori che il presidente Renato Schifani vuole rimettere in funzione, arriveranno nelle..

Gerenza

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