Un arruffone pagato
con i soldi di tutti noi

Con una sentenza appena depositata, la Corte dei Conti affonda Gaetano Armao, l’avvocato d’affari che per cinque anni è stato assessore al Bilancio del governo Musumeci. I magistrati gli contestano un caos contabile di proporzioni gigantesche. In sostanza: o era un asino oppure piegava la spesa a indicibili ragioni politiche. Ma le brutte sentenze non arrivano mai da sole. Un secondo verdetto, emesso dalla Commissione tributaria, condanna Armao a risarcire il fisco di oltre seicentomila euro e all’un tempo rivela un paradosso: l’assessore che doveva garantire le entrate della Regione tentava di evadere le tasse. Bene, questo personaggio così benemerito sia sul piano amministrativo che sul piano privato, è stato appena premiato da Schifani con una consulenza pagata 60 mila euro l’anno da tutti noi siciliani. Uno scandalo. Che l’opposizione..

Ma qui di Berlusconi
non resta quasi nulla

Ora che Silvio Berlusconi ha concluso il suo viaggio su questa terra, ora che Mediaset ha trasformato il funerale di Stato in una ascensione al cielo, ora che si sono spente anche luci del Duomo di Milano, quale insegnamento trarranno coloro che, soprattutto in Sicilia, governano in suo nome, che dicono di averlo avuto come amico e come leader, che promettono di restare per sempre fedeli ai suoi valori e alla sua idea di libertà? “La luce taglia le tenebre ma le tenebre non l’afferrano”, recita il Vangelo di Giovanni. Oggi, a otto mesi dall’elezioni, vi raccontiamo il fallimento simultaneo dell’Assemblea regionale e della giunta presieduta da Renato Schifani: due istituzioni che non riescono a formulare una proposta di riforma, che non hanno nemmeno un sussulto di indignazione. La questione..

Muore con Berlusconi
anche la sua Forza Italia

Doveva essere il partito della libertà, liberale e libertario; doveva essere la casa dei moderati, dal grande respiro europeo e atlantico; doveva essere un punto di incontro per tutti coloro che credevano in un’economia ordinata, in un fisco sopportabile, in una giustizia giusta. E’ diventato un taxi. Senza colore, senza spessore, senza ambizioni. Il suo traguardo è spartire quattro incarichi di sottogoverno, tenere stretti gli amici e segnare a dito i nemici. Dove c’era slancio ci sono pigrizie, frasi fatte, accomodamenti. Dove si elaborava un futuro ora si amministrano rancori, risentimenti, livori. E’ questa la Forza Italia che Silvio Berlusconi lascia in Sicilia: un taxi a disposizione di pentiti, spergiuri, impostori, funamboli, avventurieri; di chiunque abbia da barattare la dignità con un posticino da trenta denari. Requiem per un partito..

La questione morale
dal Balilla ad Armao

Ma la questione morale non ruota solo attorno al Balilla e ai patrioti che si sono succeduti all’assessorato del Turismo. Certo, lo scempio di SeeSicily grida vendetta, come gridano vendetta gli allegri traffici con Cannes. Poi però bisognerà soffermarsi su un altro avventuriero della politica, scelto dal governatore Schifani come consulente e gran consigliere. Si tratta di Gaetano Armao, un avvocato che, negli anni del governo Musumeci, è stato assessore al Bilancio. Teoricamente controllava le entrate e le spese della Regione. Ma mentre si assicurava che i siciliani pagassero le tasse, lui tentava di evadere. Al punto che l’Agenzia delle Entrate l’ha trascinato in giudizio e c’è una sentenza che lo condanna a versare al fisco oltre seicento mila euro. Era proprio opportuno che Schifani, pagandolo a peso d’oro, gli..

Ma il governatore
taglia solo nastri

Di sera gira per cene e festicciole e si gonfia il petto quando la gente lo chiama presidente e gli bacia la pantofola. Di giorno taglia nastri, di ogni tipo e qualità. Non ne perde uno. E la questione morale? Dispiace dirlo, ma in questi primi otto mesi di governo la questione della legalità e della trasparenza è diventata grande come una casa. Ma Renato Schifani, presidente della Regione, si gira dall’altra parte e finge che il problema non è suo. Nel frattempo monta, eccome, lo scandalo del Turismo; montano le spregiudicatezze del Balilla che ha trasformato i milioni di SeeSicily in uno strumento per arruffianarsi la benevolenza di Mediaset, Rai e gruppo Cairo; e montano soprattutto gli interrogativi sui legami tra vecchi e nuovi patrioti al vertice dell’assessorato. Legami..

La maledetta sanità
della Asp di Palermo

Dopo avere insediato il Comitato etico territoriale – venti professoroni della più alta scienza medica – l’assessore alla Sanità, Giovanna Volo, dovrebbe insediare anche un Comitato tecnico manageriale al quale affidare l’incarico di decifrare la “sindrome feudale” che ha colpito molti dirigenti delle Asp e in particolare il commissario dell’azienda palermitana, Daniela Faraoni. Altri venti professoroni non basteranno. Bisognerà integrare i docenti con un Consiglio superiore dei ragionieri. Il fine ultimo sarà quello di capire come mai alla Asp di Palermo non arriva mai il momento dei pagamenti. Si prenda l’extra budget assegnato ai convenzionati esterni per il 2021: i soldi sono nelle casse dell’Asp da almeno otto mesi; i conteggi sono stati fatti mille volte ma alla fine spunta sempre un errore per il quale bisogna ricominciare tutto da..

Il rimedio previsto
in caso di sconfitta

Non abbiate paura. Lo dico perché il ballottaggio di Siracusa, previsto per domenica, potrebbe assestare un’altra batosta alla leadership di Renato Schifani. Lo dico per smussare le tribolazioni dei convertiti, come Giancarlo Cancelleri e Caterina Chinnici, che hanno appena abbracciato i valori di Forza Italia. E lo dico pure per rasserenare i berluscones che al Politeama hanno reso grazia a Dio per avere abbattuto il tiranno Micciché. Nolite timere. Ricordate le parole di Lucifero nel “Paradise lost” di John Milton? “La mente ha in sé stessa un regno dove può fare un inferno del paradiso e un paradiso dell’inferno”. Il regno di Schifani è nel suo cerchio magico. Ed è lì che avverrà il miracolo. Il più zelante dei pagnottisti convocherà il mago dei sondaggi e insieme annunceranno al popolo..

Quanto dista Taormina
da Palazzo d’Orleans

Ma sì, rimproverategli pure le sue scene da guitto o l’estensione oceanica del suo ego. Subito dopo però fate un gesto di onestà intellettuale e dite a voi stessi che Cateno De Luca è un sindaco che sa amministrare il suo comune. Guardate con quanta determinazione ha rivoltato Taormina, quella incantevole terrazza sul mare che racchiude un tesoro inestimabile, come il teatro antico, ma anche i vizi di una Sicilia sospesa come sempre tra il bene e il male. In meno di una settimana ha scoperchiato i pozzi neri del bilancio, ha disvelato una gigantesca sacca di evasione fiscale e ha messo a nudo i privilegi feudali di quelle gentil dame che sfruttano, a proprio vantaggio, il nome e gli splendori di Taormina. Bene. Poi immaginate come sarebbe cambiata la..

Il governo della Regione
da Bob Dylan ad Armao

Blowin’ in the wind: ricordate la bellissima canzone di Bob Dylan? Bene. Quanti nastri dovrà ancora tagliare Renato Schifani per avere la consapevolezza di essere un bravo presidente della Regione? Non gli bastano strade, mostre e padiglioni ospedalieri. Ha preso in mano le forbici anche per inaugurare il volo Palermo-Fiumicino di Aeroitalia, la compagnia chiamata da Palazzo d’Orleans per piegare le prepotenze di Ita e Ryanair e assicurare finalmente ai siciliani biglietti a costi accessibili. Basteranno dieci, cento, mille nastri? Il governatore non ne perde uno: il taglio lo esalta, lo gratifica, gli accende i riflettori. Tanto, alle questioni delicate del governo – agli affari correnti, stavo per dire – pensa Gaetano Armao: il super consigliere, l’uomo senza il quale Schifani si sentirebbe come una barca senza mare o un’aquila..

Sorpresa: Schifani
ha perso il rancore

Sarà l’età che avanza: l’11 maggio ha compiuto 73 anni. Oppure saranno gli effetti della batosta elettorale, vedi la fatal Ragusa. Sta di fatto che Renato Schifani sembra avere accantonato i rancori che, da sette mesi a questa parte, lo hanno spinto a una guerra senza esclusione di colpi contro Gianfranco Miccichè e contro chiunque odorasse lontanamente di miccicheismo. Lo dimostra il fatto che, da presidente della Regione, ha chiesto e ottenuto la nomina a sovrintendente dell’Orchestra sinfonica di Andrea Peria, un imprenditore che fino ad agosto dell’anno scorso militava tra i fedelissimi dell’ex presidente dell’Ars; ed era talmente fedele che Miccichè lo aveva destinato alla presidenza del Corecom, garantendogli anche un ottimo stipendio. Acqua passata. Schifani, stordito dalla scoppola arrivata dalle urne, avverte meno i cattivi odori. E pure..

Gerenza

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