Scusate la domanda, ma che ne facciamo della sofferenza patita da Giuseppe Ferdico o del calvario che ha accompagnato fino alla morte Francesco Lena? Il “re dei detersivi” è stato dichiarato innocente dopo tredici anni e dopo che ha perso famiglia, amici e un patrimonio di cento milioni di euro. Mentre per l’imprenditore vitivinicolo di Castelbuono i familiari chiedono a ragione un risarcimento di ventuno milioni di euro. Ferdico e Lena sono rimasti incagliati tra le spire di una antimafia chiodata, ingiusta e persecutoria. Sì, persecutoria. L’aggettivo è sgradevole, specie se raffrontato ai nobili ideali che hanno alimentato, dopo le stragi, la rivolta della società civile contro i boss di Cosa Nostra. Ma dopo avere visto l’antimafia delle pagnotte salire sul palco della Festa dell’Unità quale aggettivo potrà mai scandalizzare i puri e duri rimasti su piazza?
