In caso di mancata intesa Conte potrebbe davvero decidere per lo strappo, per il mare aperto, cioè per l’uscita dal governo Draghi. Lo scrive stamattina Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, che si sofferma sulle ultime mosse del capo politico del M5s in merito alla riforma della giustizia. “Se non accettano modifiche vere, preservando innanzitutto i processi per mafia, per noi sarà impossibile votare la fiducia” dicono alcuni contiani doc, riassumendo la linea. L’opzione che l’ex premier non cerca ma che non considera eresia, per nulla. Tanto che non si è irritato, anzi, con la ministra Fabiana Dadone, che venerdì mattina ad Agorà aveva ventilato come possibile le dimissioni dei ministri in caso di mancato accordo sulla controriforma Cartabia. (…) Ma l’ex premier, racconta chi gli ha parlato, ha apprezzato la franchezza della ministra, capace di mettere in gioco anche la sua poltrona in una battaglia identitaria per il M5S. Chi non ha affatto gradito, assicurano in diversi, è Luigi Di Maio. L’uomo della mediazione con Beppe Grillo, il ministro degli Esteri che non vuole neanche pensare alla rottura con Draghi. E lo ha ripetuto più volte in questi giorni, come un mantra: “Il governo deve arrivare al 2023”.